ALLA RISCOPERTA DEGLI AUTORI MUSICALI CALABRESI. L’inizio del viaggio della Polifonica Aulòs – Trebisacce (Cosenza)

Nella serata del 25 Luglio ha avuto inizio il progetto della Polifonica Aulòs di Lamezia Terme in collaborazione con diverse associazioni del territorio calabrese su Avviso pubblico per la Selezione e il Rafforzamento dell’attuale Offerta Culturale presente in Calabria ed è stato finanziato con fondi Pac Calabria 2014 – 2020 Az. 1 tip 1.3 annualità 2019.

La piazza principale di Trebisacce ha ospitato la musica di tradizione calabrese, in un concerto suddiviso tra la musica “colta” e la musica “leggera”. Il programma del suddetto concerto, infatti, ha presentato in apertura “Una stella voi sete” e “Vergine santa e bella” del compositore Gasparo Fiorino, in un’esecuzione a cappella del coro. A seguire, è stata protagonista la romanza Povero cor, tratta dal secondo atto di Alzira del compositore Nicola Manfroce. La dolcezza della romanza ha lasciato, quindi, spazio alle note frizzanti della Tarantella del compositore Francesco Florimo, per ritornare alla dolcezza delle arie Canzone di Tilda, dal secondo atto di Tilda, e Io sono l’umile ancella, dal primo atto dell’opera lirica Adriana Lecouvreur, del compositore Francesco Cilea.

La seconda parte del concerto, ha avuto come protagonista introduttiva una grande corregionale, Mia Martini, di Bagnara Calabra, con l’esecuzione del brano Nanneò, manifesto di un soave desiderio di maternità, a seguire Veninci Sonnu, un’antica ninna nanna calabrese , poi Agàpimu, un canto composto e cantato da Mia Martini in griko calabrese per esprimere il sentimento nefasto della perdita della persona amata. Il carattere nostalgico di questo canto calabrese è stato filo conduttore verso Agapimu Fidela Protinì, un canto in griko salentino dal ritmo concitato della pizzica.

In chiusura, la Polifonica Aulos ha proposto dei canti di musica leggera rappresentati da: Minuetto e Gli uomini non cambiano, due grandi successi interpretati da Mia Martini, L’amore non si spiega di Sergio Cammariere e Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano.

E’ stato reso onore, quindi, alla musica dal ‘500 fino ai nostri giorni, di origine calabrese, grazie alla magistrale direzione del Maestro Rosa D’Audino, che ha saputo dare vigore all’andamento di ogni brano, ponendo gli accenti di passione ed entusiasmo di un repertorio finalmente libero nella sua espressione d’origine, soprattutto dopo i lunghi periodi di chiusura del Covid -19. A rendere prezioso il concerto, è stata anche la collaborazione dei musicisti: Elena Calipari al pianoforte; Giuseppe Rosanò alla chitarra, Giuseppe Rotella all’oboe e Fabio Tropea alle percussioni. I vari brani sono stati anche arricchiti dalle bellissime voci armoniose liriche di Luigia Ricca, Patrizia De Luca, Giuliana Tenuta, Ivan Andrieri e dalla voce leggera dai toni decisi della giovane Karalis Longo.

Veduta della Città di Trebisacce dal Bastione

Dopo l’esibizione che ha ricevuto grandi complimenti dal pubblico presente, ha avuto luogo la visita guidata nel centro storico di Trebisacce, costruito a 73 metri dal livello del mare, di origine medievale, probabilmente intorno all’anno 1000. Camminando tra i vicoli restaurati, si arriva al Bastione del 1538, costruito per difesa dall’assalto dei saraceni, essendo Trebisacce il primo paese presente accanto al mare. La popolazione, dunque, aveva creato delle fortificazioni di difesa, con precisi punti di avvistamento nemico e di posizionamento di cannoni di attacco. Inoltre, nel centro storico, è possibile anche ammirare la Chiesa di san Nicola di Mira, di origine bizantina, che risale al 1100, restaurata in molti momenti storici, in particolare nel 1700 che ha lasciato un’impronta di tipo barocca. Particolarità importanti di questa chiesa sono la “cupola bizantina” e il campanile cinquecentesco con un’iscrizione in tufo in cui si riporta la data del 1104, probabilmente la data di fondazione della chiesa stessa. Durante i lavori di restauro, è stato riportato alla luce una statua importante, un Crocifisso del 1400. In seguito, la visita guidata ha continuato a protrarsi presso il Museo dedicato a Ludovico Noia, in cui sono presenti antichi frantoi, con elementi lavorativi che vanno dall’800 fino alla metà del ‘900 ed oggetti contadini antichi, anche donati dalla gente del luogo.

Museo “Ludovico Noia” – Trebisacce (CS) | particolare

Da questa prima serata, risulta evidente l’importanza di questo progetto alla scoperta della musica di tradizione calabrese e non solo, poiché permette la conoscenza di luoghi calabresi spesso anonimi.

 

“Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza,

è l’illusione della conoscenza. ”

Stephen Hawking

 

PdL

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