Playlist Natale 2020: i consigli della nostra esperta Elisabetta Salatino

Come premessa a questo articolo solo una raccomandazione: astenersi orecchi ineducati e reticenti all’arte dei suoni.

Questo vuole essere un suggerimento, oltre che un countdown alternativo per l’arrivo del Natale. Ogni pezzo che propongo ha in sé ricordi, speranze, tecniche musicali e compositive nuove, fascino e magia.

 

1° Brano del mio mix natalizio (Natale= Oratorio)

L’Oratorio di Natale composto da Johann Sebastian Bach, in tedesco Weihnachts-Oratorium, è uno dei capolavori della musica liturgica, scritto a Lipsia, dove Bach era Kantor da più di dieci anni, per le festività natalizie del 1734-1735. Nella produzione sacra bachiana il termine “Oratorium” ricorre tre volte, nei momenti culminanti dell’anno: Natale, Pasqua e Ascensione. Può avere un carattere narrativo, come nel caso dell’Oratorio di Pasqua, oppure privilegiare il racconto del Vangelo e affidarne l’intonazione a un tenore, nelle vesti dell’Evangelista, e questo è il caso del Weihnachts-Oratorium. È una composizione articolata in 64 brani, fra i quali si alternano arie solistiche, arie a più voci, recitativi accompagnati dal basso continuo e che ripropongono direttamente i Vangeli di Luca e Matteo. Entrano in scena personaggi come l’Angelo, i Magi, Erode, e non manca l’intervento dei cosiddetti “cori della turba”, cioè del popolo dei pastori che prende parte all’azione.

Ecco a voi La Sinfonia -BWV 248


2° Brano ( Natale= Pastorale)

Non è assolutamente un caso che a 250 anni dalla nascita di Beethoven, siamo ancora qui a ricordare questo eroe della musica. Il grande Ludovico Van è infatti autore di una pastorale molto famosa.  L’affermarsi del motivo pastorale che qui propongo ha una storia lunghissima che affonda le radici anche nella letteratura e non solo nella musica. Le vie per la pastorale in musica avvenivano attraverso: il dramma pastorale e la sacre rappresentazioni dedicate al Natale. La Sinfonia Pastorale di Beethoven ha senz’altro una posizione centrale e viene composta nell’estate 1808. Una chiave di lettura della Sinfonia in questione ci viene fornita dallo stesso Beethoven quando la definisce con le parole “più espressione di sentimento che pittura (mehr Ausdruck der Empfindung als Malerei)”

Beethoven fornisce all’ascoltatore una breve didascalia per evidenziare lo scenario agreste e quindi le immagini relative al suo ambiente prediletto: la campagna. Il primo movimento, Allegro ma non troppo (2/4 = 66), reca come sottotitolo “Risvegliarsi di sensazioni gioiose all’arrivo in campagna (Erwachen heiterer Gefühle bei der Ankunft auf dem Lande)”. É probabilmente quello più famoso, forse qualcuno di voi lo ricorderà in una delle sezioni del film d’animazione Fantasia dove creature mitiche come l’unicorno e Pan si incontrano in un ambiente campestre e danzano spensierati facendoci ricordare quant’è bello il rapporto che l’uomo può vivere con la natura. Nello sviluppo di questa prima parte della Sinfonia non mancano passaggi di grande suggestione, talvolta anche spiritosi come il dialogo fra violini e fagotti. La parte che va da circa battuta 187 evoca nella mia mente il ricordo di noi in famiglia, uniti a comporre l’albero di Natale.

Se provate a chiudere gli occhi potrebbe riprodursi nel vostro ricordo anche un camino, la legna da tagliare fuori dalla casa in campagna, i prati con la brina. Un meraviglioso mondo che attende il Natale.


3° Brano (Natale= Sogni)

Nella mia playlist natalizia non alberga solo la musica “classica”…

Oggi propongo un grande pezzo scritto e cantanto dalla voce più cristallina del panorama musicale mondiale: George Michael. Ricordo ancora un Natale di tanti anni fa, quando per regalo chiesi a Babbo Natale di farmi trovare sotto l’albero “Ladies and Gentlemen” di George Michael. Potevo chiedere un mucchio di cose, ma io quello volevo. Desiderio avverato! Tante cose mancavano nella mia vita, ma George e la sua musica hanno colmato quei vuoti profondi. Ascoltarlo mi faceva sognare, una cosa che stiamo perdendo in questi tempi beffardi.

La prematura dipartita nella sua casa di Goring-on-Thames, il 25 dicembre 2016, ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama della musica internazionale. Panorama musicale che George Michael ha attraversato quasi in toto grazie alla sua poliedricità cimentandosi in moltissimi generi, dal rhythm and blues al pop, passando per il soul bianco, il post-disco e la dance pop, senza dimenticarci delle splendide reinterpretazioni in versione sinfonica. December Song (I Dreamed of Christmas) è una toccante canzone dedicata al Natale. Molto meno commerciale, rispetto alla più nota Last Christmas, ma più nostalgica e profonda. Natale, che inevitabilmente è una costante per George. É un brano che merita l’ascolto di tutti!

“C’era sempre il tempo di Natale per cancellare l’anno ” (George Michael )

 


4° Brano (Natale=Campane in festa)

Non poteva mancare nella mia playlist natalizia il canto per eccellenza Carol of the Bells ( ve la ricordate sicuramente in una sequenza del film Mamma ho perso l’aereo) conosciuta anche come Ukrainian Bell Carol, è una celebre canzone natalizia scritta nel 1936 dal compositore statunitense Peter Wilhousky la quale è basata su un rifacimento melodico di un canto natalizio del compositore ucraino Mykola Leontovyč.

Il movimento di Ščedryk è un allegretto eseguito di solito da un coro a cappella di solito a quattro voci. L’originario compositore, Mykola Dmytrovyč Leontovyč, compose più di una versione del canto a seconda della composizione del coro; altre versioni furono scritte in lingue diverse dalla lingua ucraina. La principale caratteristica è il canto “Ostinato” di un disegno ripetitivo di quattro note che attraversano l’intero brano.

Il testo di Wilhousky, che si compone di sette strofe, parla della gioia nell’aspettare il momento tanto atteso e nell’ascoltare il suono delle campane il giorno di Natale.

Il testo originale ucraino non parla del periodo natalizio, ma fa riferimento al vecchio Capodanno, che si svolgeva in primavera e parla di una rondine che va a far visita ad una famiglia contadina, augurando un anno prospero. La versione che propongo quest’oggi è quella del Mormon Tabernacle Choir

Fatevi incantare anche voi da questo meraviglioso scampanio.

 


5° Brano (Natale =favole)

Nella mia Playlist natalizia non poteva mancare la mente medievale prestata alla canzone italiana, ovvero Angelo Branduardi. Ricordo ancora il mio viaggio a Lourdes (si ci sono- stata anch’io) era il lontano 2001 e ricordo che Branduardi mi fece gran compagnia in un contesto davvero spirituale. Lui, il grande manipolatore di melodie arcaiche, medievali e classiche, il maestro che riprende alcuni topoi dei verseggiatori dei secoli bui. Mi è sempre piaciuto Branduardi, perché in lui prevale una poetica delle cose nominate come se riassumessero in sé le caratteristiche della specie cui fanno riferimento. C’è il marinaio, c’è l’acrobata, l’amico, il girotondo, la strega, il poeta di corte. E ancora si respira il senso dell’infinito tra presagi e adempimenti misteriosi: la donna sullo scoglio che attende il marinaio, l’uomo misterioso che torna il giorno di Natale, i tre mercanti che partono alla volta di una luce sconosciuta che è forse la Cometa dei Magi perché per loro “è tempo di andare”. E poi il costante senso del tempo che passa, e l’idea che la musica sia l’unico strumento per superare e vincere la paura del buio, della notte. Il Natale per me è anche una favola immortale.


6° Brano (Natale= Pace)

Nella mia playlist Natalizia non poteva mancare la preghiera laica di John Lennon, Happy Xmas (War Is Over). Dovete sapere però che non è nata come canto natalizio nel vero senso della parola: John Lennon e Yoko Ono hanno registrato questo brano nel 1971 come protesta alla guerra del Vietnam e hanno tratto ispirazione per la musica dal vecchio brano folk della tradizione americana “Stewball”, interpretato in precedenza da altri artisti come Woody Guthrie.

Lennon invece ha reinterpretato totalmente il senso e riscritto il testo, consegnando una preghiera che invoca lo spirito del Natale per combattere gli orrori della guerra, divenendo però col tempo un classico della tradizione musicale natalizia.

La lezione dell’ex Beatle è che il Natale può essere anche qualcosa di slegato dalla tradizione religiosa, che varca i confini culturali e sociali, perché che si creda o meno, il Natale è la festa della pace, dell’amore, dell’unione, specie in un mondo in cui ancora esistono molte discriminazioni.


7° Brano (Natale=grandi compositori)

Era un Natale di tanti, tantissimi anni fa. Nel lettore c’era il disco di un compositore giapponese, Ryuichi Sakamoto. Il disco era “1996“, lo ascoltai senza distrarmi dalla prima all’ultima nota. La sensazione che mi pervase fu bellissima, era come se le note di quel pianoforte scaturissero non dai tasti, ma dal suo cuore, mettendo a nudo il suo animo; mi si seccò la gola, chiusi gli occhi e mi concentrai; sentivo perfettamente tutte le emozioni che Sakamoto provava in quell’istante, lo sentivo soffrire, struggersi, ma anche gioire, rallegrarsi, amare.

Per me Sakamoto è uno dei più grandi compositori ed esecutori, mi sento in imbarazzo a descrivere la sua musica, le parole perdono significato di fronte alla grandezza di quest’uomo. Il disco “1996” è perfetto nell’esecuzione e delicato nei contenuti, complesso nelle forme, deciso, dolce e armonioso dal punto di vista melodico.

Ogni singola nota è ragionata e custodisce la decisione e la forza dell’autore, che non compone solo musica, ma anche poesia. “Merry Christmas Mr Lawrence” è il prodotto creativo di un uomo che tesse insieme note ed emozioni con il suo pianoforte, aprendo il suo cuore a chiunque voglia leggerlo. Mentre ascoltavo questi brani, non mi ero accorta che accennavo ad un sorriso e che immaginavo di essere in Giappone, quel Giappone che sogno di visitare da una vita.

 


8° Brano ( Natale= Magia)

Durante questi giorni di quarantena ho riscoperto il piacere della scrittura e per accompagnare il momento quotidiano in cui scrivevo il mio “diario di bordo”, ascoltavo Tchaikovsky.

In realtà la sua musica mi ha accompagnata spesso in vari momenti della vita. Specie a Natale. Precisamente alcuni brani tratti da “Lo schiaccianoci” tra cui  la danza della fata confetto.  Un  brano  che in questi giorni lo rimando in loop. Adoro la sensazione di calma che mi trasferisce e  la sensazione di essere  catapultata immediatamente in una scena diversa da quella che realmente si vive. Il suono della celesta (il particolare strumento utilizzato) crea un’atmosfera magica e allo stesso tempo misteriosa. Mi rilassa e mi consente di sognare un po’. Ci sono dei momenti in cui il tema risulta un po’ cupo, soprattutto nella parte iniziale e centrale del brano, ma i crescendo che accompagnano l’intero andamento della riproduzione, rendono la stessa un incanto per l’udito e per la mente. Mi riporta al ricordo della mia infanzia, quando la mamma prima dell’arrivo di Babbo Natale mi raccontava di favole fatte di fate luccicanti, gnomi, elfi e creature ultraterrene.

 


9° Brano (Natale = Inni indimenticabili)

Nella mia playlist non poteva mancare un Inno. Beh, il mio è “We are the world” una canzone che viene cantata dal 1985 e non solo per le occasioni natalizie. Io la ricordo come il più bel regalo di tutta la mia vita perché proprio durante un saggio di Natale impattai il nome del grande Michael Jackson, un nome diventato leggenda e fonte di ispirazione per moltissimi altri artisti.

Michael Jackson e Lionel Richie scrissero We are the World e Quincy Jones la produsse. Questo talentuoso trio era perfetto per il lavoro: Quincy Jones era il produttore più in voga in quel momento; Richie ha scritto canzoni che sono andate al primo posto delle Hit Parade nei sette anni precedenti; Michael Jackson nel 1984 aveva Thriller, il suo album più importante, prodotto da Jones, ed era la più grande star del mondo. Richie chiamò a bordo anche Stevie Wonder, da lì si è sparsa la voce e molti membri dell’industria musicale americana hanno accettato di partecipare a questo progetto che si realizzò in tempi abbastanza brevi: dal concepimento alla registrazione passò circa un mese. Ho la fortuna di avere il vinile originale che ha contribuito alla raccolta fondi “USA FOR AFRICA” Alle voci soliste di We Are the World si alternarono ventuno cantanti: Lionel Richie, Michael Jackson, Stevie Wonder, Diana Ross, Ray Charles, Tina Turner, Cyndi Lauper, Billy Joel, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Dionne Warwick, Paul Simon, Kenny Rogers, James Ingram, Willie Nelson, Al Jarreau, Huey Lewis, Kenny Loggins, Steve Perry, Daryl Hall e Kim Carnes, tutti gli altri fecero il coro di USA for Africa con tanta umiltà e spirito di partecipazione compreso Harry Belafonte, da cui tutto ebbe inizio.

L’organizzazione USA for Africa continua a funzionare ancora oggi, in gran parte finanziata dalle royalties di We Are the World. Un Inno che ha fatto la storia e che parla ancora ai nostri cuori.


10 ° Brano ( Natale = Nascita)

É Natale, un Natale diverso da tutti gli altri.  Questo Natale (e tutto il resto del prossimo anno) improntiamolo al ridurre le aspettative, al rallentare i ritmi. Come diceva  Alex Langer 1, impostiamo la nostra vita al motto “lentius, profundius, suavius” ovvero, “più lento, più profondo, più soave”.

Probabilmente sentiremo ancora più forte il senso di questo giorno e il valore dello stare in famiglia. Natale è letteralmente Nascita e un momento così importante è stato magistralmente raccontato  quest’anno in un canto meraviglioso di Enzo Avitabile. Il maestro ha regalato questa canzone a Giuliano Sangiorgi il giorno della nascita della figlia “Stella”  ed è diventata la colonna sonora della rivisitazione di “Natale in casa Cupiello” di Castellitto.

Un grande omaggio a De Filippo, perfettamente riuscito, commovente ed emozionante al punto giusto. “Duorme Stella” di Avitabile è quasi una ninna nanna, una dolcissima nenia che si eleva con il suono del sax e fa vibrare le corde dell’anima con il coro di piccole e giovani voci che ripetono insistentemente “duorme stella”. Oggi mi farò accompagnare da questa dolcissima poesia cantata, mentre mi accingo a posizionare i Re Magi nel presepe pronti a posizione i loro doni davanti al bimbo che dorme “a vita nasci ra vita poi ce rimane sempre” (Enzo Avitabile).

 

Buon Natale a tutti!!!

Elisabetta Salatino

 

Notes:

  1. Politico e ambientalista, definito da molti il più grande ecologista italiano del secolo scorso.

Informazioni su Elisabetta Salatino

Laurea triennale in DAMS indirizzo musica; Laurea Magistrale in discipline della Musica (Musicologia e Beni Culturali - LM 45)
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