Orgoglio e Pregiudizio risulta essere il romanzo più celebre di Jane Austen. Tra i suoi molteplici lavori, è il testo maggiormente letto ed è stato, inoltre, usato per varie trasposizioni cinematografiche che hanno contribuito a incrementarne il successo. Si configura come un romanzo innovativo e moderno oltre che estremamente utile per comprendere la società del tempo.
LA VITA
Jane Austen nasce nel 1775 nella contea di Hampshire. Ha una famiglia numerosa: sono sei maschi e due femmine. La scrittrice fu estremamente legata alla sorella Cassandra alla quale indirizzò innumerevoli lettere nel corso della sua vita. La fanciulla, forse per prudenza, bruciò il materiale non permettendoci mai di conoscere, in modo approfondito, l’animo particolare e inteso che la contraddistingueva. La vita quotidiana fu ricca di eventi sociali tipici della medio borghesia inglese. A essi, Jane assisteva con curioso spirito critico e acume. Le feste alle quali parteciperà saranno fonte a cui attingere a piene mani per comporre i suoi scritti. Dotata di una vivida intelligenza e lettrice superba, iniziò a scrivere sin dagli albori della sua giovinezza. La famiglia si trasferì a Bath e, poco dopo la dipartita del padre, nel 1805, giungeranno a Southampton ove la scrittrice si accaserà presso la dimora del fratello. Morì, quarantaduenne, a Winchester luogo in cui tentò di curarsi. Lasciò inediti due romanzi che verranno pubblicati, in seguito, qualche anno dopo. Essi erano: Northanger Abbey e Persuasion.
L’OPERA
Pubblicato nel 1813, il romanzo può ritenersi una disanima scrupolosa della cultura del tempo legata, in modo indissolubile, a meri fattori economici e all’apparenza sociale. La storia verte sulla famiglia Bennet che cerca di ottenere un buon matrimonio per le figlie maggiori Jane ed Elisabeth. Le due fanciulle posseggono un animo completamente differente: se la prima è cortese e pacata, la seconda è arguta e priva di filtri nell’esporre i propri pensieri e stati d’animo. Jane Austen, tramite la storia della famiglia e degli eventi che si susseguono in un climax di emozioni intese, desidera mettere in rilievo le incongruenze culturali. La scrittrice in modo velato riesce a mostrare chiaramente un quadro intriso di maschilismo, spiegandoci come la cultura patriarcale si manifesti in tutta la sua orrida nefandezza.
Un esempio in tal senso è offerto dalla figura emblematica di Mr Collin, spasimante di Elisabeth. Mr Collins è un uomo borioso, sciocco e presuntuoso che tedia chiunque con i suoi monologhi autocelebrativi. In uno dei primi capitoli del romanzo, egli chiederà la mano a Elisabeth che, prontamente e con veemenza, declinerà l’offerta matrimoniale. Ma egli non cede: esige una risposta affermativa alla sua domanda, pretende che la donna muti idea. Mr Collins non accetta di esser rifiutato, non comprende nemmeno lontanamente cosa siano il consenso e il rispetto.
La Austen possedeva una rara qualità: riusciva a far credere che le sue storie trattassero d’amore. In realtà, desiderava narrare le contraddizioni e le ingiustizie di una società patriarcale. Analizzava ogni misogino aspetto, mostrandolo con coraggio al lettore.
In tal modo, la scrittrice compie una magia: reca in sè un valore pedagogico che noi, lettori del duemilaventi, dobbiamo tenere ben stretto. I classici sono sempre attuali.
Lorenza De Marco
Laureata in Lettere e Beni culturali, attualmente è iscritta al corso di Filologia Moderna presso l’Università della Calabria.