Riceviamo e pubblichiamo:
Articolo sul numero speciale della rivista NKK, dell’associazione letteraria Nucleo Kubla Khan
(www.nucleokublakhan.it)
Prendete una pandemia e spargetela, in maniera uniforme, sul mondo capitalistico e industrializzato – che sia una pandemia certificata, mi raccomando, con tanto di dichiarazioni a reti unificate e dati in costante aggiornamento – e cosa otterrete? L’inevitabile risultato sarà un progressivo avvicendarsi di messaggi omologati, di speranza convertita in moneta virtuale, da condividere sull’etere – quel dolce non luogo dove persino il più pavido riesce a ruggire. E fermiamoci qui, per carità! Senza impelagarci in previsioni post-virus, sulle note di motivetti dal titolo “Che mondo ci aspetta?” “Torneremo quelli di prima?”. Concentriamoci sul Qui e ora, e partiamo dalla copertina.
Nove figure stilizzate e interconnesse fra loro, si presentano al lettore munite di mascherine anticontagio. Non è che il terzo giorno d’aprile, non è passato neanche un mese dal lockdown imposto alla nazione, ma è già chiaro l’approccio che noi dell’associazione culturale Nucleo Kubla Khan adottiamo nei confronti del pandemico cambiamento.
Ricordo che stavamo vivendo giorni di febbrile lavoro su quello che avrebbe dovuto essere il primo numero ufficiale della rivista – visto il buon successo di pubblico del numero Zero – e stavamo vagliando fotografie e percorsi artistico-letterari. E poi arrivò il Covid. E sentimmo forte l’esigenza di non tacere, di perpetrare nella nostra voglia di divulgazione.
Ed è così che nacque l’idea di un numero doppio Zero, come un’immaginaria pagina tenuta insieme da un pezzetto di nastro adesivo e inserita per necessità, più che per mero spirito letterario, in un percorso di crescita che ormai appariva ben chiaro, e che aveva per protagonista la stessa rivista.
Consapevoli fin da subito dell’inconsistenza di certe definizioni, di melensi richiami populistici inneggianti a variopinti arcobaleni o a motti da incollare sulla porta di casa, abbiamo virato verso uno stampo epistolare che collegasse fra loro i vari pezzi, giuntici in redazione anche da parte di autori esterni – da qui la scelta di “Lettere dalla Quarantena”. Siamo però ben lontani da messaggi da cui traspira odore di reclusione, questa non è la guerra, né tantomeno le prigioni sofferte da Silvio Pellico; è fondamentale il ritorno al concetto scarno, ma diretto, soprattutto intimistico che soltanto la “lettera” come mezzo di comunicazione, reca con sé.
Con tutti i mezzi a disposizione gli otto redattori (Vincenzo Montisano, Pietropaolo Morrone, Francesco Principe, Andrea Napoli, Nazareno Loise, Andrea Russo, Stefano Luchetta, Giovanni Canadè) – grazie alle competenze grafiche di Roberto Montisano – hanno dato vita a un prodotto chiaramente in controtendenza con le mode del momento; appare chiaro che il Nucleo Kubla Khan non ha mai sposato concetti da “pandemia gioiosa”; da quasi sei anni ci impegniamo in un ruolo di prolifica contaminazione, che tenga ben saldo il concetto di Arte che non è mai stata, e mai dovrà esserlo, omologata o ancor di più omologante. Quello calabro è un background che implica un percorso tortuoso, ma non impraticabile. Siamo più che consapevoli, nei settimanali incontri del giovedì così come nelle varie iniziative parallele che portiamo avanti, che Cosenza non è la Xanadu sognata da Coleridge, ma ciò non può farci smettere di essere ciò che siamo.
Anche il virus, prima o poi, svanirà o – come tutte le cose che ci circondano – muterà in qualcos’altro. La nostra speranza, l’unica se proprio dobbiamo custodirne una, è che non ci ritroveremo davanti a milioni di Bobby Watson di ioneschiana memoria.
Detto ciò, vi aspettiamo ogni giovedì, per ora soltanto in videoconferenza, muniti di un buon libro e di un calice di rosso, se vi va.
Andrea Russo
Il numero 00 della rivista è disponibile gratuitamente a questo link: https://bit.ly/35hgUBE
Andrea Russo nasce a Catanzaro nel 1980. Intrapresi gli studi umanistici presso l’ateneo di Cosenza, inizia a lavorare per alcuni quotidiani locali. Dopo varie esperienze lavorative tra Firenze e Roma, fa ritorno in Calabria. Collabora con un’organizzazione sindacale e lavora nel mondo delle telecomunicazioni.
Gomitoli (ed. Bookabook, 2019) rappresenta il suo esordio letterario. Dall’aprile del 2018 entra a far parte dell’associazione culturale Nucleo Kubla Khan con la quale, in qualità di co-redattore, porta avanti il progetto della rivista omonima.