Luigi Spartaco Iusi: il fotografo dell’abbandono

La Calabria, terra amara ma bellissima e ricca di storia, nasconde nel profondo del suo ventre un numero cospicuo di talenti sconosciuti: musicisti, artisti dediti alla pittura o scultura, scrittori, poeti e fotografi. È in questo ultimo mondo che andremo ora ad inoltrarci.

Esistono diversi mondi riguardanti la fotografia: può essere paesaggistica o ritrattistica, in bianco e nero o a colori, ma sta prendendo sempre più piede nella nostra realtà italiana, anche se in ritardo rispetto ad altri stati, la fotografia “Urbex”, ossia un fantastico modo di riscoprire il nostro territorio urbano, attraverso scatti rubati a luoghi abbandonati di difficile accessibilità o dimenticati. È proprio tra questi fotografi appassionati e curiosi che possiamo inserire Luigi Spartaco Iusi.

«La penna con la quale trascrivo le pagine della mia vita è immersa con la punta dell’inchiostro dell’anima e le parole prendono forma con l’estrazione dello stato d’animo che riaffiora nei  ricordi, il tessuto dell’identità»

Con queste parole, Luigi descrive la sua passione per la fotografia che è presente in lui fin da piccolissimo. Nasce a Palmi in provincia di Reggio Calabria nell’agosto del 1992, dove tuttora vive.

Il fotografo Luigi Spartaco Iusi

Passa la sua infanzia in un quartiere di Palmi che prende il nome di Ferrobeton dove vivono i suoi nonni materni; sia quel luogo che la figura dei nonni hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella sua crescita. Il nonno Luigi, suo omonimo, era un uomo che si dedicava anima e cuore alla fotografia, e da lui eredita questa passione, questo amore.

Grazie a ciò può portare avanti quello che potrebbe essere definito come “progetto familiare”. Questo suo trasporto interiore, il legame con il passato, viene ben definito dallo pseudonimo che Luigi utilizza per far conoscere i suoi scatti: Fotografo della memoria.

Inizia la sua avventura nel mondo della fotografia utilizzando delle macchine fotografiche usa e getta, grazie alle quali aveva la possibilità di tirar fuori le sue emozioni nascoste.

« Dapprima sono osservatore ed esploratore dello spazio e del tempo passato, ed è mediante questa introspezione che traduco il reale. Avere tra le mani una macchina fotografica, mettermi in una certa posizione ed inquadrare le diverse identità del tempo è la cosiddetta esclusiva alle molte sfaccettature dell’attimo fermato che nell’abbaglio di un flash riprende la sua vitalità. Sull’album del tempo trascorso annoto la didascalia del tempo presente e futuro: la fotografia è porre in rilievo il valore, dargli il giusto risalto attraverso la giusta focalizzazione dell’obbiettivo, con la frase d’accompagnamento della singola emozione si trasmette e si coinvolge la collettività in quel vortice rappresentativo, il trasporto e il segno che lascia nel cuore di chi coglie la sua vera essenza ».

L’attenzione di Luigi però, si focalizza anche sulle vecchie stazioni ferroviarie, che lo affascinano particolarmente; binari che nonostante siano spesso interrotti e arrugginiti, nelle sue foto riprendono vita, colore, rendendoci partecipi e facendoci immaginare le storie di coloro che sono passati di lì.

A tal proposito, Luigi è impegnato in un progetto di recupero e ripristino in chiave moderna delle linee ferroviarie Taurensi delle EX-FCL e insieme ad altri giovani ragazzi crea nel 2018 il Comitato Pro Taurensi che li vede molto attivi a livello sociale.

Organizza e partecipa altresì a diverse mostre fotografiche grazie alle quali amplia la sua conoscenza e cresce insieme alla sua fotografia e riesce a farsi conoscere.

Jessica Malagreca


Approfondimento: 

https://www.instagram.com/eye_of_memory/

Immagini: fonte diretta.

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