Peter e Wendy di James Matthew Barrie

L’incontro con i cinque figli dei coniugi Davier nei giardini di Kensigton a Londra fu importante per il drammaturgo scozzese James Matthew Barrie, nella realizzazione del suo più celebre personaggio destinato alla letteratura per l’infanzia, Peter Pan.

Questa figura letteraria compare in “Peter e i giardini di Kensigton” e in seguito in “Peter e Wendy”, dove Barrie, meglio delinea le caratteristiche fisiche e caratteriali di questo bambino indubbiamente insolito. Peter Pan è infatti, contrariamente a un comune bambino, capace di volare.

Le stranezze che rendono peculiare questo ragazzino, sono date, però, anche da questi seguenti due aspetti: vive sull’ Isola che non c’è insieme a fate, sirene, indiani, pirati, ai bambini sperduti ed è neotenico. Per meglio comprendere questo termine, così come deve essere compreso in questo contesto, necessario è chiarire cosa sia la neotenia.

Copertina della prima edizione del 1911

Quest’ultima indica, grazie alla biologia contemporanea che se ne occupa, la tendenza negli adulti umani e non umani, a conservare caratteristiche tipiche dell’età infantile. Peter anche in questo risulta essere particolare, in quanto, mantiene il suo essere bambino sia in corpo che in spirito per sempre. Il romanzo fu pubblicato nel 1911 e la storia è ambientata nella Londra dei primi del Novecento. Le vicende del bambino che non voleva crescere (con questa denominazione Peter è anche noto) iniziano con il suo arrivo non casuale nella casa dei Darling.

Da qualche tempo alla ricerca di una mamma per i bambini sperduti, Peter una notte, irrompe nella cameretta dei fratelli Michael, John e Wendy, dove vede in quest’ultima dei buoni propositi per farla diventare una madre. Così, per convincere la bambina a seguirlo, Peter le racconta dell’Isola che non c’è e di tutti i bizzarri personaggi che in essa ci vivono. Entusiasmata dai racconti di quell’insolito ragazzino Wendy lo segue coinvolgendo in questa esperienza anche i due fratelli.

Peter Pan entra nella camera da letto dei piccoli Darling, in cerca della sua ombra

La storia romanzata è molto simile a quella cinematografica prodotta dalla Disney nel 1953, ma differisce per alcuni punti che mettono Peter, per certi aspetti, sotto una luce diversa, allontanando il lettore dalla versione disneyana di Peter Pan. Ciò è dovuto alla forte presenza nel racconto dei pirati ed il perché progressivamente lo si comprenderà nelle righe che Peter irrompe nella stanza dei fratelli Darling seguiranno.

Intanto fondamentale risulta addentrarsi in una analisi dedita proprio ai pirati, partendo dal pensiero che su di loro Cicerone aveva sviluppato. Il famoso oratore romano nella sua opera il De Officis sostiene che esistono diversi tipi di società, dipendenti l’una dall’altra, in cui il valore dei doveri è imprescindibile.

La prima fra queste società è la famiglia, segue la città – stato e la società umana. Al di fuori di questi confini collettivi vi sta un’altra, se così si può definire, dimensione sociale, nella quale Cicerone colloca i pirati. L’Isola che non c’è potrebbe ben rappresentare questa dimensione, questo piccolo e particolare mondo, distante da quello reale, dove solo qualcuno di non umano come un pirata, direbbe Cicerone, potrebbe viverci.

Nel racconto di Barrie, l’arrivo di Wendy sull’isola, rimanda non solo al discorso ciceroniano, ma anche a quello sull’esistenza del pirata. Nel ventunesimo secolo, scrive Heller Roazen nel Nemico di tutti, per una serie di questioni
di natura politica, sociale e storica, si iniziò a pensare che i pirati fossero scomparsi, quasi estinti.

Le recenti indagini condotte dall’Ufficio Marittimo Internazionale ci informano che, a partire dai primi decenni del Novecento, fino al 2008, i casi di pirateria in mare sono invece stati numerosi. Lo stupore, dunque, di Wendy nel vedere i pirati, potrebbe associarsi a quel che nella realtà, e non solo in un racconto di fantasia, veniva legato alla credenza che il pirata fosse ormai divenuto solo leggenda. La lettura di Peter e Wendy nel suo corso si rende ancora più interessante, perché oltre che a spunti di riflessione come questi appena citati, lascia emergere alcuni tratti tipici dei pirati, come il duello, ma anche tratti poco conosciuti come l’usare le buone maniere e il narrare.

Da un pirata, e per di più da colui il quale ha il compito di gestire una intera ciurma, non ci si aspettano comportamenti simili, eppure il temutissimo Capitan Uncino, narra storie, e davanti alla dolce Wendy, si mostra a modo proprio come gli era stato insegnato in una scuola di buona maniere frequentata prima di diventare il più temuto capitano fra i mari.

Scontro finale tra Peter Pan e Capitan Uncino

Come anticipatamente è stato scritto, l’opera di Barrie, differisce dalla versione cinematogrfica firmata Walt Disney per alcuni punti. Questa differenziazione è dovuta al fatto che nel film i bambini sperduti restano sull’Isola che non c’è, e che Wendy, una volta divenuta una donna e realmente madre, contenta è nel rivedere Peter. Nel romanzo, invece, l’adulta Wendy si pone con veemenza nell’incontro con quello che era stato un suo speciale compagno d’infanzia, e proprio come Wendy, anche i bambini sperduti sono adulti, uomini socialmente impegnati. Ma l’aspetto sorprendente che si evince dal racconto di Barrie sta nello scoprire che Peter stesso potrebbe essere un pirata quasi più del suo acerimmo nemico Uncino. Ciò che conduce a questa interpretazione sta nell’accorgersi che il bambino che non voleva crescere, con arroganza, spavalderia e angheria si rivolge ai bambini sperduti dai quali si fa chiamare persino capitano.

Inoltre, nella battaglia finale con Uncino, quest’ultimo e i suoi scagnozzi vengono uccisi da Peter Pan, il quale glorioso e privo di sensibilità, decide di privare quei corpi dei loro abiti affiché indossandoli possa somigliare anche in parvenza fisica ad un pirata.

La presenza dei sea dogs (termine inglese che fra il Cinquecento e il Seicento indicava i pirati), quanto meno nel racconto, pare abbia quindi contribuito ad accrescere l’indole aggressiva del ragazzino neotenico, rendendo la  figura piratesca, quasi più centrale della storia nel suo complesso. Peter e Wendy è perciò, sulla base di queste analisi, non solo un semplice romanzo per bambini, ma pure un’indagine antropologica sulla figura del pirata.

Il romanzo di Barrie si contrassegna anche per essere dettagliato e originale nella descrizione dei luoghi e dei personaggi, che è poi questa tendenza, caratteristica del romanzo settecentesco. In età infantile grazie al gioco e alla fantasia ogni bambino può scegliere chi essere, cosa diventare.

Uno dei figli dei Davier fotografato da Barrie mentre giocava a far il pirata

I figli dei coniugi Davier nei giardini di Kensigton scelsero di essere dei pirati, e fu forse in quegli istanti, che Barrie osservadoli molto probabilmente, decise di fare di Peter Pan un vero e proprio peiratés. Termine, questo, che gli antichi greci usavano per indicare i corsari, e che ritenevano fosse etimologicamente legato al sostantivo peira, significante “prova”, “tentativo”. Il pirata è perciò non solo immagine del suo senso comune, ma anche qualcosa di molto più significativo: è colui che fa un tentativo mostrando contemporaneamente di sé lati inaspettati.

 

Francesca Severino

 

Bibliografia

  • Il nemico di tutti di Daniel Heller-Roazen;
  • Il Realismo e la Forma del Romanzo di Ian P. Watt;
  • I sensi del pirata, Dispensa Teoria della percezione.

Immagini: 

  • https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_e_Wendy#/media/File:Peter_Pan_Cover_1911_b.JPG;
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_e_Wendy#/media/File:Peter_and_Wendy_pg_8.jpg 1;
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Peter_e_Wendy#/media/File:Peter_and_Wendy_pg_213.jpg 2;
  • https://it.wikipedia.org/wiki/J._M._Barrie#/media/File:Michael_Llewelyn_Davies_as_Peter_Pan.jpg 3;

Sitografia: Wikipedia.

Notes:

  1. Illustrazione a cura di F. D. Bedford, pubblicata nella prima edizione del romanzo di Peter e Wendy (1911).
  2. Illustrazione a cura di F. D. Bedford, pubblicata nella prima edizione del romanzo di Peter e Wendy (1911).
  3. Autore: J. M. Barrie; Agosto 1906; http://www.jmbarrie.co.uk/
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