HAIKU | Un artigiano del verso

Fare poesia, oggi, è ancora possibile: come incontenibile urgenza; come coinvolgimento inarrestabile di vite in divenire. Acquisendo voce emergente e sguardo più acuto, è costringere il silenzio in sé stessi a raccontarsi per mettersi in cammino: oltre quella invincibile solitudine di cui siamo costituiti; al di là della carne e del sangue.

Fare poesia, oggi, per Angelo Ditria è semplicità di parola; essenza che svela, ad ognuno, la grazia e la complessità del quotidiano:

Nei miei haiku 1 fermo immagini del mondo che mi porto dentro: rendo tangibile l’inespresso e l’invisibile; do una voce al fremito di tutti quei sentimenti che s’agitano nella mia anima.

Ditria è un artigiano del verso, figlio di quella Liguria mai dimenticata e condotta con sé – con orgoglio e profonda mestizia – per le strade che lo hanno reso uomo e padre altrove e che lo hanno spinto, incessantemente, a coltivare una tracimante passione per la poesia e per la natura. Avvicinandosi alla cultura nipponica, l’incontro con la forma poetica dello haiku lo folgora: in 17 sillabe era in grado, per la prima volta, di far emergere il vero sé e darne racconto. Per quei suoi caratteri ermetici e naturalistici intrinseci, lo haiku si sposava perfettamente alla sua indole tacita e sognante. Così perfettamente, da renderla, oggi, una costante ineludibile nel proprio vissuto. L’arte a cui dedicarsi e da condividere.

L’ambiente che circonda ognuno di noi ha sempre esercitato su di me un fascino particolare. In ragione di ciò, sono fermamente convinto che tutto possa diventare poesia: dipende squisitamente da come ci nutriamo della realtà e dai sentimenti che privilegiamo di far emergere. Dipende, soprattutto, da come ci comportiamo e viviamo nell’ordinario. Ecco perché l’haiku è, nella sua apparente semplicità, quell’attimo di vita che diventa verso; un intero mondo descritto e racchiuso in una manciata di sillabe. Un falso vuoto che sempre riesce a riempire il mio essere uomo e lo racconta.

 

Angelo Ditria nel suo studio

 

 Pubblichiamo di seguito, in esclusiva per i lettori de Il Sileno, tre haiku inediti dell’autore:

un gatto bianco –
si oscura nella sera
l’albero spoglio

freddo notturno –
la luna si affaccia
in lontananza

serata fredda –
sul castello di sabbia
la luna estiva

Mirko Morello G.C.

 

Bibliografia di riferimento:

  • A. Ditria, 35 Haiku, Agrigento, MME, 2019 | (versione digitale gratuita consultabile qui).

 

 

Notes:

  1. Con schema metrico rigido di 5/7/5 more (sillabe nella nostra accezione) la sua antica origine risale al XVII secolo come strofa iniziale (hokku) dei renga giapponesi: un tipo di composizione a catena che vede la partecipazione di più autori. Resa forma autonoma da Matsuo Bashō (1644-1694), si deve ad un altro poeta giapponese, Masaoka Shiki (1867-1902), un profondo rinnovamento nella composizione degli haiku (termine da lui stesso coniato sul finire del XIX secolo e letteralmente traducibile come “verso brioso”) introducendo il concetto di shasei (“quadri dalla vita”) aprendo ad una maggiore libertà tematica di stampo realista. Per approfondimenti si rimanda al nostro mini decalogo consultabile qui.

Informazioni su Mirko Morello Gallo Cassarino

Dopo svariati tentativi d'emergere con l'editoria tradizionale è diventato un fiero sostenitore del self publishing e dell'editoria digitale (Magazine Morello Edition) che gli ha permesso, a tutto tondo, di dar sfogo alla sua maestria creativa e di aiutare altri giovani artisti a far emergere la propria voce. Ha raccolto la propria attività poetica nel volume "Per incontrarsi nel tempo". Il meglio della sua produzione in prosa è esperibile ne "Il baule del migrante": ampia opera poliedrica compo-sta da 29 racconti brevi, varie illustrazioni digitali e 3 volumi di poesie eteronime.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.