Periodo Sengoku: fuoco e ferro in Giappone

Il Giappone è noto per essere un paese con una lunghissima tradizione di guerre sanguinose, anche a causa della sua divisione in piccoli feudi sempre in lotta tra loro. Per tutta la sua storia, la sete di conquista dei territori vicini è stata il motore che ha portato alla formazione e alla crescente importanza della figura del samurai, una delle più famose in Occidente. Tuttavia, c’è un periodo particolarmente avvolto dal ferro e dalle fiamme: il periodo Sengoku (o degli “stati belligeranti”) che copre un arco temporale che va dal 1467 al 1603, data in cui il paese venne poi riunificato dal clan Tokugawa, che dominerà il Giappone fino al 1868.

Night Attack on the Sanjô Palace (detail), Illustrated Scrolls of the Events of the Heiji Era (Heiji monogatari emaki) Japanese, Kamakura period, second half of the 13th century (Museum of Fine Arts, Boston)

Il periodo Sengoku coincide con lo scoppio della guerra Ōnin nel 1467, un conflitto civile iniziato per via del malcontento provato dai signori feudali, i daimyō, nei confronti del governo militare tenuto dagli shogun Ashikaga. Ogni daimyō decide di fondare un proprio stato con cui dichiarare guerra ai vicini allo scopo di conquistare tutto il paese.

Il conflitto andò avanti per più di 80 anni, senza ancora giungere a una conclusione: è qui che inizia l’ascesa dei cosiddetti “Signori della Guerra”, Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, tre dei più famosi militari giapponesi, che continuarono a spartirsi il Giappone tra di loro con altri spargimenti di sangue prima di giungere alla riunificazione. In particolare, Oda Nobunaga fu particolarmente rilevante poiché riuscì a conquistare moltissimi territori grazie alle sue abilità militari e alla sua ferocia in battaglia. Inizialmente escluso dalla successione a daimyō del suo clan per il suo carattere irascibile e selvaggio, questo non fermò la forte sete di conquista, anche forse come rivalsa sul suo diritto negato. Riuscendo a diventare signore della sua terra natia, cioè la provincia di Owari (l’odierna prefettura di Aichi), iniziò a stipulare varie alleanze con i clan vicini, che tuttavia si rivelarono poco affidabili e portarono allo scoppio di un’altra sanguinosa guerra nel 1560.

Con la sua crescente fama, Nobunaga iniziò a farsi moltissimi nemici che cercarono di spodestarlo dalla posizione che aveva raggiunto tramite le guerre di espansione: era chiaro che ormai era diventato per loro una minaccia troppo grande. Così, nel 1582, in un colpo di stato capitanato da Akechi Mitsuhide, uno dei suoi generali, venne assassinato appiccando fuoco al tempio di Honno-ji dove si era rifugiato. Con la morte di Nobunaga, i due restanti Signori della guerra diedero il via alla spartizione dei restanti territori del Giappone.

Fu Toyotomi Hideyoshi, generale a servizio di Nobunaga che riuscì a prendere il controllo del clan dopo la sua morte. Di umili origini, egli si fece conoscere per via delle sue grandi capacità e sconfiggendo gli altri generali nella lotta alla successione, perciò non ebbe nessun rivale nella sua ascesa al potere.

Durante il suo governo egli apportò moltissimi cambiamenti all’interno del paese, che vede attraversare periodi di forti crisi a causa della presenza di missionari gesuiti e francescani (che allontanò con un’ordinanza nel 1587) principalmente per la paura che i daimyō sotto il suo controllo potessero ribellarsi a causa dell’influenza cristiana. Tra le riforme da lui adoperate, quella della “Katana gari”, cioè la “caccia alle spade”, è la più incisiva: questa legge proibiva ai non samurai di detenere armi di qualsiasi genere per prevenire ogni tentativo d’insurrezione.

Altrettanto famose sono le sue campagne di conquista in della Corea, che invase nel 1592, il cui controllo durò poco per via della forte ribellione che i coreani operarono e, anche grazie all’aiuto cinese, riuscirono a far ritirare le truppe giapponesi dal paese. Hideyoshi morì nel 1582, proprio durante una seconda fallimentare spedizione in Corea, che portò alla fine del suo dominio.

Con la vittoria di Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Sekigahara (1600) e la fondazione dello shogunato omonimo stabilito a Edo (1603), si chiuse ufficialmente il periodo Sengoku che, sebbene venga ricordato come uno dei momenti più sanguinosi della storia del Giappone, crea ancora enorme fascino e ammirazione, le cui vicende hanno ispirato moltissimi autori contemporanei, dai film ai videogiochi.

 

Vittoria Aiello

 

Informazioni su Vittoria Aiello

Laureata in Lingue e Culture Orientali, il disegno e l'Asia sono le sue più grandi passioni. Lettrice instancabile, non perde mai l'occasione di scoprire e imparare cose nuove da altre culture.
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