PHOTOPOET | L’estro creativo di Sarah Stefanutti

Non esiste una definizione univoca per la Poesia né, tanto meno, per la Fotografia. Esiste, incontrovertibilmente, la dilagante sensazione di benessere che, entrambe, regalano una volta scoperte. Così, il lavoro artistico di Sarah Stefanuttiphotopoet fiorentina – ben conferma quanto premesso.

«Animata da una profonda curiosità per le diversità culturali, l’Arte continua a spingermi a vivere tra l’Europa e il resto del mondo, rendendo il viaggio l’humus ideale da cui nasce il mio linguaggio fotografico alimentando, di fatto, un variegato immaginario poetico».

“Siamo qui ed ora
affamati d’immagini,
cercatori di sogni.
Siamo uguali”

Volto ad unire la fotografia documentaristica alla poesia; l’estro creativo della Stefanutti si rende voce e via verso un mondo che, differentemente, si svela fornendo uno sguardo più acuto ed ispirato con cui guardare alle sue realtà – di miseria e splendore – accogliendole.

“Mi spio l’alluce
ed è sacra a me la punta del piede,
lei che ha aperto al mio cammino
il primo varco,
la rotta dura del migrante
nel fondo appuntito della scarpa”

E una rotta, qui, idealmente, la tracciamo attraverso sei istantanee provenienti da lontano (per latitudini e temporalità) ma che hanno conservata intatta tutta la poesia visiva di cui, inevitabilmente, si sono rese custodi.

Muovendosi incantati dai ghiacci imperiosi dell’Islanda fino alle carezze di nebbia sul deserto israeliano,

ci si concede una sosta di fronte al fuoco vitale d’un tramonto in Sardegna per incendiare, sul taccuino, un’altra sferzante poesia:

“Un vento del sud
mi batte dentro l’ala
aspro e rauco
come il mare”

Lasciandoci poi trasportare dalla transitorietà d’un giorno berlinese,

si sogna, estatici, un rollercoaster sull’altopiano tibetano,

fino a giungere, grati del già vissuto, alla leggerezza di una sconfinata azzurrità sulle sabbie caraibiche di Tulum.

Ma la meta, mani in tasca e piedi svelti, rimane scintilla sull’ago della bussola così da ricominciare il cammino, più arricchiti e liberi, altrove.

Mirko Morello G.C.


Sarah Stefanutti è una poetessa, ricercatrice e fotografa fiorentina. Laureata all’Università di Oxford, vive in numerose città Europee, che fanno da sfondo alla sua poetica. Nel 2010 esordisce con la silloge “Parole attraverso l’Europa” (Albatros) ed è segnalata per merito al concorso internazionale di poesia Jacques Prévert. Nel 2017 risulta tra i cinque finalisti al Premio Mario Luzi con la silloge “Confini”, per la sezione di poesia nascente. La raccolta poetica “Confini” sarà poi pubblicata con Giuliano Ladolfi editore nel gennaio del 2018. Il suo attuale lavoro artistico consiste nel fondere linguaggio poetico a quello fotografico”.

 

Bibliografia di riferimento:

S. Stefanutti, Parole attraverso l’Europa, Roma, Albatros, 2010
S. Stefanutti, Confini, Roma, G. Landolfi Editore, 2018
S. Stefanutti, I viandanti del mare, Agrigento, MME, 2018
(versione digitale gratuita consultabile qui)
S. Stefanutti, Luoghi d’Islanda, Agrigento, MME, 2018
(versione digitale gratuita consultabile qui)

Immagini: fonte diretta.

Informazioni su Mirko Morello Gallo Cassarino

Dopo svariati tentativi d'emergere con l'editoria tradizionale è diventato un fiero sostenitore del self publishing e dell'editoria digitale (Magazine Morello Edition) che gli ha permesso, a tutto tondo, di dar sfogo alla sua maestria creativa e di aiutare altri giovani artisti a far emergere la propria voce. Ha raccolto la propria attività poetica nel volume "Per incontrarsi nel tempo". Il meglio della sua produzione in prosa è esperibile ne "Il baule del migrante": ampia opera poliedrica compo-sta da 29 racconti brevi, varie illustrazioni digitali e 3 volumi di poesie eteronime.

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