Su Aleister Crowley: Maestro dell’occulto e fondatore del culto di Thélema a Cefalù

“Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col volgere di strani eoni, anche la morte può morire” 1

 

Uomo, padre, marito, magista di comprovata esperienza, scalatore esperto, occultista affermato, scrittore, poeta, non sappiamo quale di questi epiteti si addice di più all’eclettica figura di Aleister Crowley, con grande probabilità ognuno di questi. Uomo dalla personalità versatile e poliedrica riuscì ad imporre con forza non solo le sue idee e i suoi dogmi, ma anche un vero e proprio culto religioso, quello di Thélema, probabilmente uno degli ultimi del XX secolo. Riconosciuto in tutto il mondo, ad oggi, conta centinaia di adepti. Crowley viaggiò molto durante la sua lunga vita. In molti, anzi moltissimi hanno scritto di lui. Brevemente potremmo ricordare Sciascia, gran conoscitore delle dinamiche sociali della sicilianità tutta, che dedica un piccolo spazio, nella raccolta intitolata “Il mare color del vino” 2, proprio a lui, con un racconto dal nome “Apocrifi sul caso Crowley”; Daniel Pennac né “Il paradiso degli orchi” del 1991 3, lo descrive come ispiratore di una setta dedita a riti che praticano violenze su minori; ma anche e soprattutto W. S. Maugham con il suo “The Magician” 4scritto agli inizi del secolo scorso, nel 1908, ci offre un’iconica descrizione del personaggio; lo stesso Umberto Eco, lo cita più volte nel “Pendolo di Foucault” 5dei primi anni ottanta, parlando dei riti iniziatici di adorazione della Bestia e tanti altri. Alcuni scrivendo e declamando le sue qualità come Maestro dell’occulto e trascinatore di folle altri cercando di infangare il suo nome con accuse, molto spesso infondate, sulla sua pessima reputazione, che raggiunse il culmine quando si trasferì a Cefalù e che, con enormi probabilità, vide la genesi del periodo più produttivo della sua vita.

Aleister Crowley da bambino

Edward Alexander Crowley nacque al 36 di Clarendon Square a Royal Leamington Warwickshire, tra le 23 e mezzanotte del 12 ottobre 1875. Il padre, Edward Crowley, studiò da ingegnere ma non esercitò mai la professione limitandosi a dedicarsi alla lucrosa attività familiare di fabbricante di birra. Entrambi i suoi genitori erano membri di un raggruppamento di Cristiani evangelici, Crowley crebbe in un contesto fortemente religioso. Il 5 marzo 1887 Edward Alexander perse il padre per via di un cancro alla lingua. Dopo aver frequentato il Malvern College, nel 1895 si iscrisse all’Università di Cambridge con l’intento di studiare filosofia, ma in seguito scelse letteratura inglese. Nel dicembre 1896 cominciò ad interessarsi di occultismo. In breve tempo si dedicherà sempre più assiduamente alla lettura di libri di alchimia, magia e parapsicologia. A 23 anni entrò a far parte dell’Hermetic Order of the Golden Dawn, qui studiò le opere di Yeats, criticandole aspramente. Nel 1899 acquista e si trasferisce nella celebre Boleskine House. Un amico ed ex-membro della Golden Dawn, Allan Bennett, lo introdusse alle idee del Buddhismo. Nel 1904, durante una vacanza al Cairo, fu protagonista di un evento mistico che lo spinse a fondare un suo personale culto.

Su indicazioni dettate dalla moglie, Rose Edith Kelly, in stato di trance, eseguì un rito di invocazione al Dio egizio Horus. Il dio gli avrebbe comunicato l’imminente inizio di un nuovo eone, e gli affidava non solo l’incarico di profeta, ma anche quello di redigere un “libro che spiega l’universo”, il famoso “Libro della Legge” 6conosciuto anche come “Liber Al vel Legis”, testo cardine della filosofia Thelemita. Con le brezze della imminente prima guerra mondiale, Crowley si trasferì negli Stati Uniti presso una isoletta del fiume Hudson. Nei primi anni venti, secondo sue rivelazioni, consultando l’ I Ching ebbe “l’ordine” di trasferirsi in Italia, e più precisamente in Sicilia a Cefalù, dove, nel marzo del 1920, diede vita ad un esperimento sociale creando l’ Abbazia di Thélema, ispirata a quella omonima che F. Rabelais, aveva fatto erigere da uno dei suoi più celebri personaggi, il gigante Gargantua, con un’unica regola: “Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge”. Perno su cui si fonda tutta la filosofia di Thélema. Il periodo cefaludese, che va dal 1920 al 1923, vede la figura di Crowley fondersi con il paesaggio e la vita della piccola comunità, che accoglie con non poco scandalo e irriverenza lui e la sua stravagante famiglia. Crowley, insieme alla moglie Ninette Fraux e i figli Hans e Howard, in breve tempo trovano una degna sistemazione in una villa in contrada Santa Barbara, grazie anche all’aiuto di un cefaludese che Zoccatelli 7 ci segnala come un certo Don Giosuè, figura cardine durante tutti gli anni del suo soggiorno a Cefalù. Fin dall’inizio, Crowley desta improvvisamente curiosità nella piccola cittadina, con la sua imponente e corpulenta statura e, completamente rasato, si aggira per la città con lunghe tuniche e mantelli dai colori inusuali, spesso anche in carrozza. Proprio per questo suo stile stravagante e per la sua ostentata poligamia viene denominato “il Mormone”. Con il passare del tempo Crowley e la sua famiglia familiarizzano e entrano in contatto con i membri della comunità, arredano, personalizzandola, la nuova abbazia, accogliendo nuovi adepti o anche semplici ragazzini incuriositi dall’enorme scritta posta all’ingresso, che inaugurava questo spazio sacro: “Fai ciò che vuoi sarà tutta legge”.

Aleister Crowley

In seguito alla nascita e consacrazione del nuovo Tempio, la Golden Dawn fece coniare una nuova moneta: “il dollaro di Satana”. A rendere ancora più suggestiva l’atmosfera mistico-esoterica della villa, i rinomati “murales”, dipinti dallo stesso Crowley, che abbondavano su tutti i muri dell’abitazione, nonché sulle porte e finestre. Le immagini raffiguravano corpi che si univano convulsamente in pratiche magico-sessuali, immagini e simboli delle divinità pagane, ma anche immagini diaboliche intente ai loro riti, persone che si accoppiavano ad animali 8.

Lo scopo delle pitture era quello di spingere gli abitanti della piccola comunità di Thélema a non storcere il naso dinanzi alle numerose pitture esplicitamente sessuali e di stampo rituale, ma di iniziare invece a familiarizzare con esse. Tra le tante voci che circolavano tra gli abitanti di Cefalù vi era anche quella che descriveva Crowley come supremo patriarca dell’Abbazia che costringeva le donne a colorarsi i capelli per sei mesi di rosso e per sei mesi di nero e gli uomini a radersi completamente lasciando solo un ciuffetto sull’estremità della fronte, in modo tale da accertare la loro piena appartenenza al culto della Bestia. Nelle sue giornate egli si dedicava come di consueto ai bagni di mare ed alle ascensioni su una roccia che domina il mare, alle volte venivano di tanto in tanto dei visitatori ad imparare ciò che lui era in grado di insegnare loro 9.

Tutto sembrava andare per il meglio nella villa di Santa Barbara, fino a quando alcune voci in merito a presunte morti misteriose proprio dentro le mura dell’Abbazia non fecero altro che alimentare malevole curiosità da parte dei vicini e dell’intera città di Cefalù. In breve tempo l’abbazia di Thélema destò l’attenzione di tutta la stampa non solo italiana, ma anche europea. Il caso Crowley faceva discutere, in un clima come quello dittatoriale e fascista sicuramente, l’attività del Signore dell’occulto, doveva destare scalpore e preoccupazione. In breve tempo i controlli a distanza della polizia si fecero via via più intensi e vicini, fino a quando non arrivò l’ordine ufficiale di espulsione dall’Italia. Contrariamente a quanto si possa pensare, da parte dei cefaludesi, vi fu un’ondata di solidarietà e vicinanza nei confronti della comunità di Thélema, che portò addirittura a promuovere una vera e propria petizione contro l’ordine di espulsione dalla nazione. Fatto questo, che denota, non solo la buona condotta di Crowley e dei suoi discepoli nell’algoritmo della società siciliana, ma anche una sorta di affezione da parte degli abitanti stessi che, dopo resistenze iniziali, avevano accolto benevolmente i nuovi arrivati, non senza ricavarne nulla anche sotto l’aspetto di benefici economici dati dall’acquisto di nuovi arredi per la villa, dall’affitto stesso e dai beni primari che necessitavano ai thelemiti quotidianamente. Tuttavia tutte le benevole iniziative al fine di non far espellere Crowley dall’Italia si rivelarono vane. L’Abbazia rimase ancora per qualche tempo attiva, merito degli adepti rimasti che cercarono di portare avanti il culto, ma senza la guida del Maestro in breve tempo si sciolsero e non se ne seppe più nulla. La villa rimase per molto tempo abbandonata, la gente iniziò a chiamarla “la casa degli spiriti”. Ad oggi è in vendita, poiché gravemente malridotta dalle incurie del tempo, diversi i tentativi negli anni di ripristinare i murales per farla diventare un Museo del culto di Thélema, ancora non completamente realizzati. Sappiamo solo che, nel 1955 Kenneth Anger, che aveva girato una pellicola su Crowley dal titolo <<Inauguration of the pleasure dome>>, abitò per qualche tempo la villa cercando di far venire alla luce i vecchi dipinti ormai coperti da strati di intonaco. Di Crowley sappiamo che morì di bronchite ad Hastings il 1º dicembre 1947 all’età di 72 anni. Dopo la sua morte, come una fenice che risorge dalle ceneri, nasce il Mito. Nel mondo della magia cerimoniale Crowley è ritenuto un’indiscussa autorità, in quanto uno fra i principali codificatori e divulgatori delle scienze occulte nel XX secolo. Ambigue e discriminanti appaiono ancora oggi le interpretazioni di molti studiosi su di lui, quasi un moderno Faust assetato di conoscenza e ossessionato dalla sessualità, disposto a scendere a patti col diavolo pur di affermare le sue idee e la sua autorità. Per affrontare meglio l’interpretazione, discussa tra molti, sulla natura dei riti occulti da lui professati, basterà dare un’occhiata al suo testo principale, che non poteva non chiamarsi “Magick” 10.

Crowley in abito cerimoniale, 1912

Scritto da Crowley, ma curato da John Symonds e Kenneth Grant, vide la luce nel 1929. Sfortunatamente l’edizione tradotta arrivò in Italia solo nel 1976 a cura della casa editrice Astrolabio con sede a Roma. Il testo è una summa di tutta la dottrina religiosa proposta da Crowley. Diviso in tre parti, di cui la terza e, forse più importante, redatta proprio a Cefalù si propone di mettere in pratica tutti i punti della nuova religione Thélemita. Magick insegna come mettersi in contatto con entità ultra-terrene come spiriti, demoni o altri tipi di presenze che non appartengono al mondo dei vivi. Concentra e concretizza, nella pratica, tutti gli insegnamenti della Golden Dawn trasferendoli però di fatto su di un piano sessuale influenzato fortemente da esperienze tantriche e alchemiche, al fine di ampliare la conoscenza umana facendola giungere sino a proporzioni cosmiche di vita. Questi ed altri sono solo alcuni dei piccoli spunti per letture e approfondimenti rispetto all’immenso corpus di opere che il Maestro e, chi ha scritto di lui, ci lascia. Per ulteriori informazioni e strumenti per decodificare l’operato di Aleister Crowley rimando ad alcuni importanti siti di divulgazione quali il sito ufficiale della Gran Loggia d’Italia Ordo Templis Orienti (O.T.O.) 11, quello della Golden Dawn 12ed un altro sito altrettanto importante che documenta l’esistenza di gruppi di stampo crowleiano, nonché le attività ad oggi, di gruppi di magia cerimoniale: Le religioni in Italia 13.

 

Gaia Materazzo

 

Spunti per film sul tema:

  • “Apocrifi sul caso Crowley”, Ferdinando Vicentini Orgnani 1992/1993;
  • “The Magician”, Rex Ingram, 1926;
  • “Perdurabo (Where is Aleister Crowley?”, Carlos Atanes, 2003;
  • “The chemical wedding”, Julian Doyle, 2007;
  • “Inauguration of the Pleasure Dome”, Kenneth Anger, USA, 1954.

Bibliografia:

  • “The Magician”, W. S. Maugham, Londra, 1908;
  • “Il mare colore del vino”, L. Sciascia, Adelphi, 1973;
  • “Il paradiso degli orchi”, D. Pennac, Feltrinelli, Milano, 1991;
  • “La grande bestia”, J. Symonds, Ed. Mediterranee, Roma, 1972;
  • “Magick”, A. Crowley, Ed. Astrolabio, Roma, 1978;
  • “Aleister Crowley: un mago a Cefalù”, P. Zoccatelli, Ed. Mediterranee, Roma, 1998;
  • “The book of the Law”, A. Crowley, a cura di J. Symonds, a cura di K. Grant, 1929;
  • “La città senza nome”, H. P. Lovecraft, riv. Wolverine, 1921;
  • “Uno scrittore di fronte ad Aleister Crowley”, G. Quatriglio, Ed. Mediterranee, Roma, 1998.


Sitografia:


Foto: 

  • https://it.wikipedia.org/wiki/Aleister_Crowley#/media/File:El_peque%C3%B1o_Alister_Crowley..jpg;
  • https://bit.ly/35b85cz
  • https://en.wikipedia.org/wiki/File:Aleister_Crowley,_Magus.png;

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Notes:

  1. “La città senza nome”, H. P. Lovecraft, riv. Wolverine, Londra, 1921
  2. “Il mare color del vino”, L. Sciascia, Adelphi, 1973
  3. “Il paradiso degli orchi”, D. Pennac, Feltrinelli, Milano, 1991
  4. “The Magician”, W. S. Maugham, Londra, 1908
  5. “Pendolo di Foucault”, U. Eco, Bompiani, 1988
  6. “The book of the Law”, A. Crowley, a cura di J. Symonds, a cura di K. Grant, 1929
  7. “Aleister Crowley: un mago a Cefalù”, P. Zoccatelli, Ed. Mediterranee, Roma, 1998
  8. Ibidem
  9. “Uno scrittore di fronte ad Aleister Crowley”, G. Quatriglio, Ed. Mediterranee, Roma, 1998
  10. “Magick”, A. Crowley, Ed. Astrolabio, Roma, 1978
  11. https://www.otoitalia.it/
  12. https://www.golden-dawn.com/it/index.aspx
  13. https://cesnur.com/gruppi-di-magia-cerimoniale/gruppi-crowleyani/

Informazioni su Gaia Materazzo

Nata a Lamezia Terme e cresciuta in Calabria, vive ormai da diversi anni in Sicilia, a Palermo. Laureatasi nel 2017 con una tesi in etnomusicologia presso l'Università della Calabria nel 2018 partecipa come relatrice nel convegno 'Gli strumenti, i generi e le tecniche della musica tradizionale calabrese' svoltosi presso lo stesso Ateneo calabrese. Collabora a vario titolo col Museo delle Arti e dei Mestieri (MAM) di Cosenza, prima come tirocinante e poi partecipando alla pubblicazione di un catalogo in merito alla mostra "Il sacro nel Privato" (2015). Prosegue la sua carriera universitaria presso l'Ateneo degli studi di Palermo svolgendo tirocini presso la rinomata Fondazione Buttitta, come archivista e catalogatrice e laureandosi nella Specialistica di Studi Storici Antropologici e Geografici con il massimo dei voti.
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