Ti racconto dell’Irlanda

The Crown Liquor Saloon. Pub vittoriano Belfast

Chi ricorda il film King Arthur girato tra Dublino e la contea di Wicklow? Le famose scogliere, il mare blu e i prati verdi? Li ho visti tutti questi luoghi, li ho visti dal finestrino un po’ logoro di un autobus. Chi ricorda i servizi dei TG negli anni ’90 su Belfast e il suo clima di guerra? Ho visto i luoghi nei quali si è svolta la storia. L’Irlanda è bella e sorprendente, in pochi sanno che la Guinness non è una birra nera ma rossa, e che la Cattedrale di San Patrizio, la più bella e la più grande d’ Irlanda, rimane chiusa al pubblico proprio nel mese di Dicembre e se si è fortunati, in seguito, la visita costa intorno alle 6€.

L’Irlanda, almeno io, l’ho apprezzata nel momento in cui sono andata via, non appena sono ripartita ho capito che era troppo tardi, mi era entrata nel cuore, con la sua allegria, il suo verde che tuttora mi manca. Mi mancano le strade strette, i pub caratteristici, la musica celtica, il clima che cambia nel giro di pochi secondi, i folletti, l’euforia dei suoi abitanti. Forse è tutta colpa di Joyce, si dice che non amasse tanto Dubino, eppure le sue opere principali sono ambientate nella sua città natale, sono partita influenzata dal suo pensiero e da chi mi diceva che avrei trovato solo divertimento. Ho capito che per apprezzarla bisogna viverla. Il divertimento c’ è e anche tanto, forse mi sarei aspettata più magia, ma Dublino è una città che ti regala tanto colore e calore. Ho conosciuto Molly, ancora oggi trascina il suo carretto, esposta alla sfacciataggine dei turisti e ai loro atteggiamenti scaramantici. Ammetto che anche io come loro, ho cercato di portare con me un po’ di fortuna, ho letto la sua storia, non credo sia stata una donna felice e fortunata, ma è tanto bella, prosperosa ed elegante.

Presbyterian Church House Belfast

L’Irlanda l’ho esplorata a lungo, tra i suoi negozietti vintage, i paesaggi gotici, le case georgiane con le porte dipinte dai colori diversi, sono arrivata fino all’estremo Nord, a Belfast, non è solo famosa per gli attentati, sebbene questo velo di ansia non credo abbandoni più questa città, famosa soprattutto per gli scontri tra Cattolici e Protestanti, Unionisti e Separatisti, ma è soprattutto una città industriale e tutto lo ricorda. E’ come fare un viaggio indietro nel tempo, si vieni immersi nei primi del ‘900 e nei pressi del fiume Lagan sembra di rivedere le fabbriche navali e del ferro, qui è stato costruito il famoso Titanic, qui si trova il Trono reso celebre dai libri di George RR Martin.

Basta camminare per qualche minuto per entrare in una parte della città che improvvisamente cambia volto, l’aspetto è sempre quello tipico anglosassone, ma l’ansia si percepisce più forte, murales colorati, bellissimi, abbelliscono i muri che dividono una zona dall’ altra, taxi fermi ad ogni angolo, taxisti che parlano con i turisti e raccontano loro degli scontri, dell’IRA, del sangue e degli innocenti. Un cancello separa i due quartieri, ancora c’è divisione, tensione, da come spiegano i cartelli che ti invitano a non addentrarsi nei quartieri e avvicinarsi alle case, che sfilano una dietro l’altra, tutte uguali, mattoni marroni, porte e finestre bianche. Tutto mette angoscia. Scuole, asili, campi da gioco recintati. Sono nella storia. Sono in quei posti che da piccoli guardavamo nei Tg e ancora oggi, che tutto sembra essere cessato, aleggia nell’ aria la tristezza.

Mi avvio verso Victoria Square, il centro di Belfast, il grande centro commerciale all’ aperto, la City Hall, mi chiedo se sarà sicuro e capisco che il problema non è più Belfast, ma sono queste guerre giustificate dalla parola “religione”. L’angoscia che ho toccato a Belfast la porterò sempre con me, anche adesso, a distanza di anni, non faccio che pensare al cielo d’ Irlanda, a quel viaggio che è durato troppo poco, ma che mi ha arricchita e cambiata, con la promessa che tornerò a Dublino, a bere Guinness alla salute di Joyce e poi correrò nella mi a Belfast sulle note di Sunday Bloody Sunday.

Celia Pontari

 

  • Ring of Kerry (sud ovest dell’Irlanda)

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