Non sottovalutate mai chi scrive racconti brevi. Recensione di “Gone with the Wind”

Vi è mai capitato di leggere un libro, amarlo alla follia e poi rimanere delusi dal loro rifacimento cinematografico? A me è successo il contrario, o meglio, ho visto un film che ho odiato tanto e subito dopo ho letto il libro che si è rivelato il mio romanzo preferito. Sto parlando di “Gone with the Wind – Via col vento!” Ho saputo dopo dell’ esistenza del libro, pensavo fosse soltanto un noioso film senza fine, mia madre lo guardava almeno una volta all’ anno e proprio non riuscivo a capire cosa ci trovasse di bello in scene piene di cadaveri, urla, balli, guerre e vestiti ridicoli.

Avevamo una cassetta VHS dalla custodia bianca, registrata malamente dal mio papà, non lo ammetteva, ma anche lui adorava quella pellicola, dove la protagonista ancor prima dell’ intervallo aveva cambiato tre mariti. Per fortuna crescendo, ed entrando nel meraviglioso mondo dei libri, scopro che anche Via col vento aveva una fine e che in realtà era un romanzo di ben 872 pagine.

Apro l’ ultima pagina, leggo le righe finali e, un momento, ma dov’ è la tanto famosa frase detta con cattiveria che mi ha fatto odiare per anni Rhett Butler e ovviamente Clark Gable, colpevole di avergli prestato il volto: “Francamente me ne infischio”, non c’ è traccia. Leggo ancora altre pagine, nulla: “Non è il caso, mia cara!” Che cosa? E queste parole così dolci? Quel film mi ha mentito, mi documento, la protagonista è Scarlett, nome meraviglioso che dà proprio il senso di rosso, passionale, sanguigno e che invece italianizzato diventa Rossella tipico nome da contadinella medievale, piccola rosa o rossa di capelli? Eh va bene, accettiamolo per una donna dalle “sopracciglia nere e folte” eh si, non è neanche bella e non ha il cuore tenero come la maggior parte delle protagoniste dei libri, lei è fastidiosa, permalosa, dal mento aguzzo e la mascella quadrata. Rossella non ha nulla della protagonista perfetta, da amare dalla prima all’ultima pagina. Chiedo il libro in regalo ed ho la conferma, quel film è una presa in giro, non descrive neanche la metà delle cose che accadono, non è neanche un romanzo d’ amore come la maggior parte dei giovani pensa, è un romanzo storico che mi ha finalmente aiutata a comprendere la famosa guerra di secessione americana. Margaret Mitchell scrive così bene che il numero delle pagine non sono un peso, decido di leggere altro, avrei sopportato altre mille pagine, ero decisa e tutte le mie speranze vengono infrante quando in una libreria mi dicono che non ha scritto più nulla, Via col vento è il suo unico romanzo, torno a casa con il cuore di lettrice spezzato, mi documento: aveva scritto una novella, ma è stata rifiutata perché troppo breve e venne distrutta.

Cosa voglio dire con questo:

  • leggete Via col Vento;
  • per fortuna gli scrittori scrivono anche un solo romanzo;
  • non sottovalutate chi scrive brevi racconti, un giorno potremmo vendicarci con un romanzo di 872 pagine.

 

Celia Pontari

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