“Al tramonto del giorno” di Marinella Vitale. La poesia come catarsi collettiva.

Nasce dal desiderio di elaborare attraverso la catarsi dell’arte l’esperienza traumatica della pandemia la raccolta di versi di Marinella Vitale “Al tramonto del giorno”, Calabria Letteraria Editrice. Non parliamo però, come in molti altri casi, di un’elaborazione solo personale: come ogni catarsi, l’esperienza cui l’autrice ha dato forma è stata ampiamente collettiva, e si è avvalsa di uno scambio virtuale che ha coinvolto persone diverse, a volte sconosciute fra di loro e comunque provenienti dalle più svariate latitudini, le quali a partire dal marzo 2020, quasi per gioco, si sono ritrovate a leggere su una pagina social, ogni giorno verso sera, una nuova poesia su cui riflettere insieme.

 

E che hanno discusso, sorriso, sofferto, lasciato commenti e condiviso emozioni che la stessa autrice ha voluto raccogliere e spesso riportare a piè di pagina in questa pubblicazione, in un originale esperimento che aiuta senza dubbio a non dimenticare, ma anzi a trasmettere alle generazioni future la testimonianza di ciò che – tutto sommato, insieme – abbiamo vissuto.

Trattandosi appunto di un’esperienza di elaborazione, in questa raccolta affiorano memorie, moniti, riflessioni sull’uomo e sul mondo che sfociano a volte nella disamina di temi sociali di scottante attualità, resi forse più dolorosamente vicini e impellenti dalla stessa pandemia: le migrazioni, il lavoro nero e le morti bianche, la deriva ambientale di cui lo stesso diffondersi del virus potrebbe essere un sintomo. Il tutto
narrato con un tratto affabulatore e lieve, dettato da un “cuore cantastorie” che ama indulgere nei ricordi senza bisogno di impregnarli di dolore, quanto piuttosto di una luminosa nostalgia, che si traduce nel desiderio velato di renderli eterni.

Un libro per chi crede nel potere terapeutico della poesia, in una rigenerazione ancora possibile, anche là dove le distanze sembrerebbero impedire l’incontro di anime affini e il loro anelito comune verso l’infinito.

 

Giulia De Sensi

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