La svolta digitale della promozione editoriale: intervista alla blogger letteraria Ippolita Luzzo

Spesso per non morire ci si trasforma, e ciò rappresenta da sempre un’enorme risorsa dal punto di vista evolutivo, nonché un assioma valido, dal punto di vista fenomenologico, a tutti i livelli, anche se toccano dinamiche esclusivamente umane.

Accade soprattutto nei momenti di crisi, e nella storia dell’editoria italiana, in realtà, ce ne sono già state diverse. Ma quella che stiamo attraversando è indubbiamente la più difficile a memoria d’uomo. Per questo, con subitanea prontezza, una trasformazione importante è già oggettivamente in atto, ed è sotto gli occhi di tutti: oggi la Letteratura invade il mondo digitale.

Lo fa per provare a mantenere il contatto con i lettori, e anche fra i lettori – le librerie fisiche erano per molti importanti punti d’incontro –, lo fa per promuoversi e autopromuoversi – quasi tutti gli autori lo stanno facendo – e dunque per non morire d’inedia in un periodo in cui è ancora praticamente impossibile riunirsi per parlare di libri.

Libri che tuttavia, se anche in misura decisamente ridotta, continuano ad uscire, a partecipare a premi letterari, a sperare di bucare il panorama nazionale. E allora come risponde la (piccola) comunità dei lettori italiani?

Comincia a riunirsi virtualmente. Segue sui canali digitali – Youtube, Facebook, Instagram – i video promozionali degli autori che preferisce, segue in diretta streaming presentazioni e consegne di premi, condivide le recensioni dei libri che legge: il tutto senza muoversi da casa, in attesa che qualcosa si smuova durante l’estate.

In questo panorama vince chiaramente chi ha avuto il merito di intuire da anni le potenzialità del digitale, imboccando la strada non battuta della Letteratura senza carta.

Parliamo, ed è un esempio luminoso, della blogger Ippolita Luzzo, recentemente citata in un articolo comparso su L’Avvenire (numero del 18 maggio 2020) per la brillante collaborazione con la Libreria Tavella di Lamezia Terme nell’ambito della manifestazione Il Maggio dei Libri organizzata in streaming nella città del golfo.

La blogger Ippolita Luzzo

Ippolita ha creato nel 2012 “Il Regno della Litweb”, un blog Letterario di grande spessore, ormai tenuto in considerazione dalla stampa nazionale che ha toccato ad oggi ben 329.681 visualizzazioni, con pezzi che toccano punte di 5000 click.

L’abbiamo intervistata per conoscere il suo punto di vista sulla situazione presente, e scoprire il segreto che l’ha proiettata nell’universo digitale di larga scala.

Com’è nata l’intuizione – davvero capace di precorrere i tempi – della necessità di un blog creato per promuovere la Letteratura di qualità?

«Il mezzo crea la possibilità. Scrissi un pezzo tempo fa con questo titolo da una frase di Nino Racco, bravissimo cantastorie calabrese: “Arrivi alle cose in base alle intuizioni che hai”. Ed io sono giunta fin qui col desiderio di parlare dei libri partendo dai siti letterari. Ho iniziato per caso cercando notizie per un libro di poesie e sono giunta sulla “Recherche” di Maggiani e Brenna, uno dei siti letterari più interessanti. Ho scritto su Neteditor, un sito ormai chiuso di recente, credo nel 2009 e dal 2009 osservavo questo gran fermento e voglia di dibattere. Su Neteditor ero molto seguita e nello stesso tempo segnalata e bannata, perché anticonformista e poco incline ad incensare, e mi sono trovata ad avere in regalo nel 2012 un blog nel blog più ampio della Litweb, creato da Bruno Corino. Regalandomi un blog Bruno aveva bisogno di un nome e dal mio nome è stato facile creare un regno della Litweb, un regno della libertà nella lettura».

Quali sono i tuoi criteri di talent scout nella scelta di un libro o di un autore da inserire nel Regno della Litweb? Svelaci qualche segreto!

«Il blog è nato per caso e all’inizio trattava soprattutto di temi miei sull’insofferenza al luogo asfittico dove abitavo, sulla emarginazione subita, emarginazione che continua anche oggi ma oggi mi fa solo ridere ora che abbiamo il web, poi sono cominciati ad arrivare i libri a casa, moltissimi libri di autori che mi chiedevano un parere. A molti scrivevo in privato, di alcuni facevo il pezzo. Mi accorgo, ma già da tempo lo sapevo, di quanti autori bravissimi ci siano a non avere spazio e attenzione nelle patrie lettere ed io quasi mi sentivo investita ad assolvere questo compito. Leggendo da sempre moltissimo ho un approccio fisico con la lettura, un libro scritto male o con una trama insincera e sciocca mi procura mal di testa e mal di stomaco».

Che pronostici ti senti di fare rispetto all’attuale crisi del mondo dell’editoria? Il digitale ci salverà?

«Siamo di fronte ad una trasformazione epocale, dico sempre. Credo nel libro cartaceo, ma credo anche nel digitale, così come quando si inventò la ruota si è continuato ad usare i piedi. D’altronde senza piedi o senza pensiero non si va da nessuna parte. I libri più inutili sono quelli nati dal copia e incolla, dalle orridi scuole di scrittura creativa che copiano a loro volta un modo di insegnare per fare burattini. Ci saranno le eccezioni ma la maggior parte dei prodotti di queste scuole sono perfettamente identici, ed è come vedere autori senza testa, cioè senza libertà di pensiero. Mi auguro quindi che sia favorito il libero pensiero anche se ogni prodotto letterario è lo specchio dei tempi e i tempi che viviamo sono il declino di una civiltà».

Potendo consigliare ai nostri lettori una rosa di libri per l’estate fra quelli che ti è capitato recentemente di recensire, quali sceglieresti e perché?

«Ho appena presentato alla Libreria Tavella Il viaggio dei viaggi di Gianluca Barbera edito Solferino. Avrei moltissimi titoli, ma preferisco fermarmi su pochissimi, uno è La meravigliosa lampada di Paolo Lunare di Cristò Chiapparino, edito da TerraRossa, una piccola casa editrice pugliese, che pubblica solo quattro titoli all’anno, uno più interessante dell’altro. Della stessa casa editrice Pantarei di Ezio Sinigaglia e L’imitazione del vero anche questo di Ezio. Poi vorrei ricordare Uno di noi di Daniele Zito della casa editrice Miraggi, il libro di Simone Ghelli La vita moltiplicata, I Penultimi di Francesco Forlani anch’essi di Miraggi. Sono veramente molti e non posso che ricordare l’ultima pubblicazione di Gospodinov Tutti i nostri corpi della casa editrice Voland e quello di una splendida Ruska Jorjolani esordiente con Tre vivi, Tre morti e di Stèfanie Hochet Romanzo inglese. Poi aggiungo Avaria di Vladimir Di Prima A&B editore, e Cosa rimane dei nostri amori di Olimpio Talarico, Aliberti Edizioni. Potrei aggiungere tutti i libri pubblicati da queste case editrici e da tante altre, Exòrma, Tunuè, e mi accorgo che potrei continuare all’infinito. Chiedo perdono ma sono veramente tanti i bravissimi. Completo con Lidia Paola Popolano e il suo Rinascite, augurale titolo in questo momento. Infinite grazie per l’attenzione al Regno della Litweb e infinite grazie agli autori e alle case editrici che si fidano».

Giulia De Sensi


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