Intervista a Fausto Bruno Campana, autore del romanzo “Il Mandriano”
Un giovane mandriano di quindici anni della Sila, un avvocato romano, un prete dalla vita sospetta! Tre personalità diverse unite da un unico percorso all’interno del romanzo dello scrittore calabrese Fausto Bruno Campana, dal titolo: Il Mandriano.
Amante della letteratura, durante l’intervista in diretta Instagram firmata il Sileno, afferma di aver seguito sempre la sua passione per la scrittura, raccontando “il vero”, nella libertà di espressione dei propri valori e pensieri. Nonostante i personaggi di molti racconti, infatti, siano frutto della sua fantasia, alcuni sono ispirati a persone conosciute cosi come molti accadimenti descritti, i quali non vengono alterati per conferire un messaggio di falsa speranza ma rimangono crudi nella loro verità, influenzati anche dalle esperienze vissute.
In associazione alla verità, per lo scrittore calabrese, colui che racconta, però, deve avere una fantasia proliferante, in modo che nella descrizione possa portare con sé il lettore, il quale può così arrivare ad immaginare un luogo, il semplice movimento della mano di un personaggio, come sia vestito il protagonista fino ai suoi pensieri più profondi. In questo modo, il lettore viene anche accompagnato all’interno della storia, grazie alla quale arriva a percepire ed assorbire messaggi importanti. La voglia di conoscere, di sapere, quindi, si associa all’apprendimento, attraverso la semplice lettura di un romanzo.
Nel caso del suddetto romanzo, mediante una storia dai mille segreti, si arriva alla scoperta di una parte della storia d’Italia che abbraccia anche il territorio calabrese, da cui la stesura del romanzo ha preso ispirazione. Nel 1937, durante la creazione del Regno d’Italia, nella guerra contro l’Etiopia, gli etiopi vennero esiliati anche nella parte meridionale dell’Italia. Arrivarono, perciò, in Calabria, persone di colore, con usi e costumi completamente differenti.
Il romanzo del Mandriano, dunque, è ispirato a tale periodo storico e il giovanissimo mandriano è proprio un ragazzo di colore, nel territorio della Sila calabrese nel 1953.
L’avvocato romano Enea Loretini, appena arrivato nel piccolo paese, alla ricerca del mandriano Michele, si trova a dover chiede aiuto, seppure controvoglia, al prete Don Pietro, il quale si chiede il motivo della presenza dell’avvocato stesso, anzi ne è inizialmente spaventato poiché potrebbe scoprire i suoi segreti. In questo percorso tortuoso, verranno svelate molte verità nascoste (che includeranno cariche importanti del Vaticano, vecchi gerarchi fascisti ed ex partigiani) che porteranno un cambiamento nell’animo dei protagonisti, arrivando a mettersi in discussione.
Un messaggio, dunque, di rinnovamento per diventare persone migliori, proprio come l’invito che Fausto Bruno Campana ha rivolto a coloro che hanno seguito l’intervista
“La letteratura rende consapevoli ed aiuta il lettore a trasformarsi durante il viaggio. La consapevolezza, infatti, è una vittoria a cui arriva il lettore. Auguro, quindi, una perenne migrazione, l’essere sempre in viaggio in senso positivo, poiché se si viaggia si diventa consapevoli e, di conseguenza, si diventa persone migliori.”
Dopo il raggiungimento del diploma scientifico, ha conseguito la Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, con tesi sperimentale in biologia cellulare, e l’abilitazione all’esercizio della professione di farmacista.
Inoltre, ha conseguito il master di II livello in Economia e gestione dei servizi sanitari presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Grazie alla passione per la docenza, si occupa di tutoraggio presso centri studi e doposcuola privati ed è discente al Dipartimento di Didattica della Musica presso il Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza.