Ho consacrato la mia vita all’Arte per non smarrire mai la meraviglia d’esistere. E quando incontro anime affini, tutto il circostante pare irradiarsi e sfavillare. Sicché, per non disperdere l’ebbrezza, chiedo ad un foglio bianco il miracolo ritornante di accogliere quell’emotività per permettere, a chiunque, di compartecipare. Allo stesso modo, le tele di Federica Mancuso, giovane siciliana di talento, sono una celebrazione condivisa della bellezza semplice della Natura. Un’intimità dischiusa.
«Ho sempre pensato che la pittura riesca a dare l’equilibrio giusto, a mettere ordine alla vita, a riorganizzare i pensieri. Dipingo quando sto bene con me stessa perché la pittura mi completa, mi trasporta in una realtà dove sento di appartenere completamente».
Giacché, quando il reale scalfisce, la forma d’arte che sentiamo a noi più affine diviene una costante via di fuga. Quel palmo amico a sorreggerci.
«Mi sento molto attratta dai fiori. Ritraendoli, riesco a percepirne l’eternità. Ne dipingo il profumo!».
«Amo lasciarmi ispirare dalla natura perché ne amo ogni singolo dettaglio. La natura è perfetta, non ha bisogno di essere cambiata. Sta lì, in attesa d’esser ammirata in silenzio» per avvolgerti con la brevità della sua delicatezza, l’eleganza solare dei girasoli.
«I fiori sono delle creature così delicate e fugaci, così unici che ogni petalo merita attenzione in ogni suo dettaglio. Ed è ciò che cerco di fare attraverso il mio pennello: portarli su tela per dar loro quell’eternità che meritano» quell’inviolabile vitalità che catalizza gli sguardi sui dipinti e allontana, dall’anima, ogni tempestoso dolore dell’autunno.
Mirko Morello G.C.
Pillola Biografica:
Federica Mancuso, originaria di Palma di Montechiaro, un piccolo paesino nella provincia di Agrigento, conosciuto come la “Città del Gattopardo”, ha intrapreso i suoi studi presso il Liceo Scientifico del suo paese per laurearsi, infine, in Arti visive e Discipline dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento.
Ha sempre accolto l’arte nella sua vita, fin da piccola, lasciandosi ispirare dalla sorella, anche lei una giovane artista. Nei suoi quadri, la Mancuso ritrae prevalentemente elementi della natura. Attraverso colori carichi di forza e di
emozioni riesce ad infondere, in ogni tela, una personale visione del mondo circostante.
Dopo svariati tentativi d’emergere con l’editoria tradizionale è diventato un fiero sostenitore del self publishing e dell’editoria digitale (Magazine Morello Edition) che gli ha permesso, a tutto tondo, di dar sfogo alla sua maestria creativa e di aiutare altri giovani artisti a far emergere la propria voce.
Ha raccolto la propria attività poetica nel volume “Per incontrarsi nel tempo”. Il meglio della sua produzione in prosa è esperibile ne “Il baule del migrante”: ampia opera poliedrica compo-sta da 29 racconti brevi, varie illustrazioni digitali e 3 volumi di poesie eteronime.