Il Giappone dei Kami | Prima parte

Tra videogiochi, automobili e robot efficienti immersi nella società, il Giappone è un paese proiettato sempre di più verso la modernità e il futuro. Viene quasi spontaneo credere che all’interno di un contesto così globalizzato non ci sia spazio per la tradizione e le credenze popolari. Eppure, proprio in un paese così innovativo è incredibile pensare come ci sia uno dei culti più radicati al mondo: lo shintoismo.

Lo shintoismo o “Via degli Dei” è considerata la religione autoctona del Giappone, le cui origini appaiono incerte e sconosciute tuttora. All’interno di questo culto è prevista la venerazione spiriti prettamente naturali, i cosiddetti kami, le cui forme possono essere diverse. Essi sono i destinatari delle preghiere dei fedeli, dimostrando la grande importanza che ancora hanno all’interno della società.

Con il diffondersi del Buddhismo, introdotto nel paese tramite la vicina Corea nel  552 circa, si cercò un modo per “proteggere” e distinguere i due culti, che per molti versi hanno finito per fondersi comunque tra di loro, coesistendo pacificamente per la maggior parte della loro storia.

All’interno del Kojiki, opera di grandissima importanza storica scritta nel 712, è narrata l’origine del Giappone per merito dei due progenitori divini Izanami e Izanagi che diedero vita alle isole dell’arcipelago e ad altri kami tramite una danza rituale. Si narra che al momento della nascita del dio del fuoco Izanami morì ustionata e il suo sposo disperato per la perdita, si recò nello Yomi no Kuni, gli inferi per cercare di riportarla sulla piana celeste. Izanami però fu corrotta dall’oscurità diventando un essere mostruoso che cercò di uccidere lo stesso Izanagi, che riuscì a fuggire dall’ira della sua sposa. Tramite la purificazione dalla contaminazione infernale, è proprio Izanagi a dare vita alle divinità più importanti del pantheon shintoista: Amaterasu no Oomikami, la dea del Sole, Susanoo, dio violento delle tempeste e Tsukuyomi no Mikoto, dio dei campi e della Luna.

Le vicende che vedono protagonisti Amaterasu e Susanoo sono tra le più rappresentative non solo in Giappone, ma anche nel resto del mondo. Famosi sono gli episodi in cui Susanoo uccide Yamata no Orochi, il serpente a otto teste, e quello il cui Amaterasu, per sfuggire alle angherie del fratello, si autoesiliò in una grotta.

Senza di lei il mondo fu immerso nelle tenebre, e solo la danza di Ama no Uzume riuscì a convincere la divinità a uscire e a far splendere nuovamente il sole. Secondo quanto scritto nel Kojiki, è proprio Amaterasu a dare inizio alla dinastia imperiale, perciò è fortemente venerata.

Nel corso dei secoli molte sono le divinità di origine indiana “prese in prestito” dai giapponesi e inserite all’interno del pantheon shintoista. In particolare i più famosi sono gli Shitennō, cioè divinità indiane protettrici del Buddha a cui vennero dedicati vari templi; Jiz ō Bosatsu, il kami protettore dei bambini le cui statue spesso si possono trovare sui sentieri nei boschi. Persino il popolare Maneki Neko, uno dei simboli nella cultura cinese e giapponese, trova la sua origine in una favola buddhista.

Tuttavia non sono solo spiriti naturali o divinità guerriere a diventare kami: anche alle persone può essere riservato questo grande onore. È il caso di Tenjin, kami protettore dell’apprendimento, della cultura e la poesia. Egli in vita era il poeta e funzionario del periodo Heian, Sugawara no Michizane (745-903), il quale subì un torto da un rivale che lo portò addirittura a venir esiliato lontano dalla corte. A causa delle terribili tempeste di pioggia e la morte sospetta di alcuni membri della famiglia che aveva rovinato la vita di Michizane, l’imperatore credette fermamente che era proprio lo spirito arrabbiato dell’autore a causare il cataclisma. Perciò, per calmare la sua ira, gli diede lo status di divinità con il nome di Tenjin, e tutto tornò alla normalità. Il suo simbolo è l’albero di pruno, da egli particolarmente amato. 

(Fine prima parte)

Vittoria Aiello

 

Fonti:

  • https://www.wikiwand.com/it/Yamata_no_Orochi;
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Amaterasu#/media/File:Amaterasu_cave.JPG;
  • https://blog.goo.ne.jp/mrslim2/e/c73a91b21b5ca7686ce356581fb19de5;
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Tenjin_(kami).

 

Informazioni su Vittoria Aiello

Laureata in Lingue e Culture Orientali, il disegno e l'Asia sono le sue più grandi passioni. Lettrice instancabile, non perde mai l'occasione di scoprire e imparare cose nuove da altre culture.
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