EMERGENZA INCENDI | È ora che l’intervento dei GEOLOGI venga richiesto con risolutezza

L’attività dei piromani non si ferma; in Sicilia e in Calabria, il danno al patrimonio boschivo e alla macchia mediterranea ha assunto proporzioni elevatissime. Pertanto, occorre principalmente prevenire, ma è urgente recuperare al più presto le aree percorse dal fuoco prima che queste perdano suolo e capacità vegetativa.

Per le aree percorse dal fuoco, la normativa italiana e le leggi regionali sono dettagliate ed esaustive, ma manca l’azione pratica sul campo. È limitata la determinazione tecnica del danno per definire le aree a maggior propensione al dissesto e, sulla base di questo, predisporre gli interventi rapidi ed economicamente sostenibili per mitigare il dilavamento del suolo e l’innesco di movimenti gravitativi ben più gravi.

Gully erosion (erosione incanalata profonda) in area percorsa dal fuoco verificatasi nell’arco di due anni dall’evento. I solchi erosivi, profondi più di 4 metri, determinano gravi rischi per le aree ad esse sottese.

Il fuoco ha uno strano effetto sul suolo: fa migrare verso il basso le sostanze organiche presenti in esso, facendo formare uno strato idrorepellente sub-superficiale (di qualche decimetro) che aumenta in funzione dell’intensità del fuoco. Una “pellicola” che limita fortemente l’infiltrazione (80% in meno) divenendo allo stesso tempo il piano di scivolamento dei terreni sovrastanti saturati dalla pioggia.

L’orizzonte superficiale diventa pulverulente e con limitate caratteristiche geotecniche che, in funzione della natura geopedologica e della pendenza del versante, diventa maggiormente esposto al dilavamento delle acque, con un forte aumento dell’erosione areale anche di 30 volte in più del normale processo erosivo.

Intervenire su un’area percorsa dal fuoco consente nell’immediato di limitare la perdita di suolo, con azioni di tipo naturalistico e con l’impiego anche di materiale risparmiato dal fuoco e ancora utilizzabile. Si possono definire progetti minimali e preventivi di mitigazione al dissesto; pochi interventi agronomici e forestali possono raggiungere l’obiettivo di salvaguardia. Occorrerebbe solo definire le aree a maggior propensione.

Ed è proprio dallo studio della pedogenesi dei suoli, delle loro proprietà geotecniche (porosità, coesione, resistenza residuale, ecc.), dall’esposizione, dalla pendenza dei versanti e di altri elementi propri della geologia che possono essere ricavate quelle informazioni di base necessarie all’attività post-incendio, studio per il quale il geologo deve essere parte attiva di un’attività preliminare necessaria ed indispensabile per tutte le aree percorse dal fuoco. Limitare gli incendi e punire i piromani è cosa necessaria; preservare le aree percorse dal fuoco, limitandone i danni a lungo termine, rende meno felici gli incendiari e chi specula con il fuoco.

Geologo Carmine Nigro

Referente per la Calabria di AIPIN sezione interregionale Sicilia-Calabria
Consigliere SIGEA sez. Calabria
Consigliere Nazionale ARCHEOCLUB d’Italia

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