Monographic Volumes

Stefano Montes

Vivere e morire.

Una rapsodia etnografica

 

ISBN 979-12-80064-70-7

Year: 2024

Series: Interdisciplinary Perspectives on Cultural Dynamics

Pages: 82

Language: Italian

Format: Ebook

 

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Description

Scrivo una etnografia sul lutto, adottando uno sguardo ravvicinato sul mio vissuto e sull’amalgama di processi cognitivi, emotivi e somatici che lo caratterizzano. Attraverso nozioni attraversando me stesso e i legami sociali che ho incontrato nel mio cammino di soggetto tra altri soggetti. Un viaggio in treno è l’occasione per riflettere sui micro-rituali d’ordine cognitivo e somatico che riguardano il “periodo di passaggio” da uno status all’altro del soggetto: dal morire alla morte di un parente caro. Mi interrogo in prima persona, di conseguenza, sull’intreccio stretto stabilito tra vivere e morire. Le emozioni si manifestano e si intrecciano alle riflessioni prodotte in chiave antropologica. Mi lascio andare al loro intreccio, nonostante il mio tentativo sia diretto alla sottrazione del ruolo di fondamento originario in apparenza posseduto dal soggetto osservatore: un soggetto da me riproposto, più efficacemente, come funzione di interazioni e contesti d’uso. Al di là di un’idea di identità cristallizzata e univoca, mi concentro sulle pratiche plurali del soggetto inteso come modalità di inserzione e di funzionamento tra gli altri soggetti e spazi consentiti dal reale e dall’immaginario. Più che sulla morte, in definitiva, rifletto sul morire come processo in divenire; più che sul rituale teoricamente circoscritto, rifletto sul suo darsi come coacervo inestricabile di cognizione, emozione e sensorialità passato al setaccio degli schermi – immaginari e reali – posti in essere durante il processo stesso. In ultima analisi, la morte come rappresentazione – definizione cara a Hertz e Van Gennep – cede il passo a un punto di vista che pone l’attenzione sui processi stessi. In questa prospettiva, questa autoetnografia può essere considerata, a ragione, un affondo epistemologico sulla questione relativa alla rappresentazione e al lavoro svolto dall’antropologo in un mondo in cui i ruoli sono sempre più miscelati. Si può ben dire, dunque, in contrappunto, che questa autoetnografia è anche una immersione nel dettaglio dell’esperienza vissuta, nel dialogo stabilito tra scrittura e dimensione processuale, tra immagine in contesto e trasposizione in testo, tra etnografia delle soglie ed etnografia del divenire.

 



 

 

Albert Piette

Existential art, learning to look

An essay of radical anthropology

 

Art existential, pour apprendre à regarder

Essai d’anthropologie radicale

 

ISBN 979-12-80064-68-4

Year: 2024

Series: Interdisciplinary Perspectives on Cultural Dynamics

Pages: 120

Language: English; French

Format: Ebook

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Description

This book includes the English and French versions of a short text that shows how certain works of art can help us to conceive of an anthropology of the human being, by creating new topics, broadening perception and proposing concepts. The author moves from the reflections of Giacometti to the poetry of Pizarnik, from a drawing by Duchamp to Rilke’s ‘advice’ to a young anthropologist. Looking, learning to look, is the common thread.

Albert Piette is Professor of anthropology at the University of Paris Nanterre and researcher at the Centre for ethnology and comparative sociology (CNRS).

 

Ce livre comprend la version anglaise et la version française d’un texte court qui montre comment certaines oeuvres peuvent aider à concevoir une anthropologie de l’être humain : susciter des thèmes, élargir la perception, proposer des concepts. L’auteur passe des réflexions de Giacometti à la poésie de Pizarnik, d’un dessin de Duchamp aux “conseils” de Rilke à un jeune anthropologue. Regarder, apprendre à regarder est le fil conducteur.

Albert Piette est professeur d’anthropologie à l’Université Paris-Nanterre, chercheur au Laboratoire d’ethnologie et de sociologie comparative (CNRS).