Regista: Checco Zalone
La sua terra l’ha rigettato, così l’imprenditore Zalone reimpianta le radici in Africa fino a quando la guerra non lo costringerà a tentare il rimpatrio con i migranti.
Quattro anni di attesa per questo nuovo tassello della filmografia zaloniana. Anni di meditazione, forse; anni di una coraggiosa ricerca verso un qualcosa di nuovo che forse nuovo non lo è mai stato, qualcosa che è nascosto o che vogliamo non vedere nella macro argomentazione dei titoli di giornali e dei programmi televisivi.
In Tolo Tolo siamo difronte ad un doppio viaggio: quello che racconta la storia del film e quello di come e perché è stato realizzato. Non a caso ad un certo punto l’opera di Medici (ndr: Luca Pasquale Medici è il nome reale di Checco Zalone) diventa auto referenziale, meta cinematografica appunto, esplicita nel finale ma ben mescolata nel racconto in tutto il film. Si colgono riferimenti anche a Salvate il soldato Ryan ed un po’ anche al cinema classico in generale.
Premetto che se eravate andati al cinema per vedere quello che il trailer musicale “Immigrato” raccontava siete stati trollati: è palese come in quest’opera Zalone cambi registro, mescoli le carte e dimostri di avere una certa conoscenza del mezzo cinematografico: si rivela attore molto più profondo della maschera comica a cui siamo abituati ma che forse può non piacere a tutti.
La sua regia vanta dei tocchi molto alti, appoggiata ad una sceneggiatura che condivide con Paolo Virzì ma che Medici dirige con severa padronanza.
Iniziamo a porci delle domande. Fa ridere? La sala pienissima che ho incontrato al decimo giorno di programmazione a Soverato si è divertita parecchio, quindi dico sì. È la solita risata fine a se stessa? Decisamente no, perché Zalone da macchietta ora diventa personaggio a tutto tondo strizzando l’occhio a Benigni ne La vita è bella.
All’inizio il film sembra prendere la solita piega ed i soliti temi già trattati nelle altre pellicole con qualche gag non perfettamente riuscita anche se la risata viene strappata ugualmente. Il colpo di genio avviene subito dopo: la produzione di Valsecchi si avvicina più ad una produzione americana che italiana, dando spazio ai personaggi secondari che per alcuni momenti ti fanno proprio dimenticare di guardare un film di Zalone. Si parla di somiglianza umana, esistenziale, aldilà del colore della pelle e del proprio percorso di vita.
Il personaggio di Checco, oltre a condividere la stessa impresa con i migranti, diventa gradualmente anche fisicamente uno di essi, dal vestiario alla sua pelle che pian piano si screpola e si scurisce per cause che non spiego per evitare di spoilerare. Ed è davvero difficile parlare di questo film senza raccontare effettivamente nulla, ma non voglio rovinarvi lo spettacolo.
Si parla di fascismo in stile Guzzanti, si parla di politica cialtrona, si parla di umanità e si parla soprattutto di sogni. Ed è l’onirico a prendere spesso il sopravvento in scene che ricordano musical in stile La La Land con tanto di animazioni in piano sequenza, sogni che fungono da ellissi in situazioni davvero spiacevoli, oserei dire angoscianti.
Ed è lì, in quel profondo mare che Luca Medici tira fuori tutta la sua sensibilità, quando la sua prosa sincera e diretta ad un certo punto viene spezzata dal sogno perché la realtà è troppo cruda e violenta e non c’è modo di ammorbidirla rimanendo sul piano del reale: è come se Tolo Tolo avesse due finali, uno molto amaro e tosto da digerire ed uno che allunga il brodo con accattivante maestria, con tanto di battute politicamente scorrette ma soprattutto con un sapiente utilizzo degli effetti visivi. Si arriva addirittura al cartone animato perché in fondo è questo che fa Zalone: fa sorridere e riflettere nella sua colorata e musicata poesia visiva, che riecheggia Il Mago di Oz e Mary Poppins ma che appunto è forse solo pura illusione in quanto il finale vero c’è già stato ma vogliamo dimenticarlo.
Gianluca Sia
Voto: 8/10
Fonti:
- http://www.medusa.it/film/tolo-tolo/;
- https://www.comingsoon.it/film/tolo-tolo/56447/scheda/;
- https://www.facebook.com/pg/tolotolo2020/.
Film-maker calabrese, laureato sia in DAMS (laurea triennale) che in Linguaggi dello spettacolo del cinema e dei media (laurea magistrale). Regista, sceneggiatore, attore… In una parola: sognatore!