Il mediano di Mauthausen: da calciatore a deportato, ecco la storia di Vittorio Staccione

Autore: FRANCESCO VELTRI; Titolo: MEDIANO DI MAUTHAUSEN, IL; Collana DKOS STORIE; Argomento BIOGRAFIE; Pagine 224; EAN 9788832176438.

“Dove andrai farà molto freddo. Se vuoi puoi tornare a casa da solo per prendere qualche abito da portare con te”.

Vittorio Staccione era un uomo talmente puro che nel momento cruciale della sua storia, non ha voluto approfittare di un’opportunità di fuga che gli stavano offrendo. Aveva sempre creduto negli ideali ed era convinto che la verità, la sua verità sarebbe bastata a salvargli la vita.

Ma partiamo dall’inizio. “Il mediano di Mauthausen” edito da Diarkos e scritto da Francesco Veltri, racconta la storia di un calciatore, Vittorio Staccione, ma non un calciatore qualunque. Nato a Torino nei primi del ‘900, la sua vita cambia radicalmente un pomeriggio del 1915, quando, in quella città operaia, il piccolo Vittorio, viene notato da Enrico Bachman che lo invita ad entrare a far parte delle giovanili granata. Da quel momento la vita del giovane cambia per sempre: in breve tempo diventa un elemento importante della squadra dimostrando di avere qualità eccellenti, in campo e fuori. Alla passione per il calcio, infatti, Vittorio alterna quella per la politica, avvicinandosi agli ambienti operai. Una passione che pagherà cara e che condizionerà tutta la sua esistenza. In un periodo in cui il partito fascista aumenta costantemente il proprio potere, Vittorio combatte la prepotenza e l’odio di quegli anni. Dopo aver giocato tra le fila del Torino, per il servizio di leva viene mandato a Cremona, dove si scontra con la prepotenza del terribile Ras Roberto Farinacci, che non ama per nulla le idee del sovversivo Vittorio. Staccione si distingue sul campo, i tifosi lo amano sempre di più, ma il suo nome non verrà mai inserito sui giornali locali. Al suo posto ci sarà una “X”. Chi era contro il regime doveva essere vessato in ogni modo, doveva essere annullato. Dopo Cremona, Vittorio torna nella sua amata Torino e nella sua squadra. Lì finalmente si sente pronto per dare tutto se stesso. Rimane in granata fino alla stagione 1926/27, quando la squadra si laurea campione d’Italia. La stagione successiva per Vittorio si aprono le porte di Firenze. Lì, oltre ad essere accolto in maniera molto calorosa dal presidente Viola Ridolfi, Vittorio si innamora di Giulia Vannetti, che presto diventerà sua moglie. I due giovani si amano teneramente e Vittorio sembra aver trovato, finalmente, la pace. Ma un destino crudele si accanisce sui due in maniera definitiva. Giulia muore prematuramente e Vittorio sprofonda nel dolore più cupo. Da quel momento in poi la sua vita sarà una parabola discendente che lo condurrà diritto all’inferno. Un inferno chiamato Mauthausen. Nel campo di concentramento Vittorio rimane un anno fino a quando, anche il suo fisico da atleta, cede alla morte. muore a Mauthausen nel 1945.

Vittorio Staccione era un buono, semplice, mosso da ideali di giustizia sociale.

L’autore Francesco Veltri (giornalista professionista)

Con un lavoro di ricerca e una ricostruzione storica attenta e minuziosa, Francesco Veltri ci restituisce la vicenda umana di un antieroe che, con semplicità ed e un pizzico di ingenuità si oppose alla terribile oppressione fascista pagando quella scelta a caro prezzo.

Con una scrittura fluida e immediata, l’autore ci riconsegna una storia potente, uno spaccato di uno dei momenti più bui del nostro paese.

“Il mediano di Mauthausen” è un in libro necessario che vuole far riflettere su ciò che è stato e che, mai, deve essere dimenticato.

Stefania Lecce

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